Frosinone sotto una cappa di smog, scatta il divieto per le Euro 3

E’ entrata in vigore ieri l’ordinanza del sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, che prevede lo stop dei veicoli a diesel fino alla categoria euro 3 nel capoluogo ciociaro. Una misura che avviene nel rispetto del “Piano di risanamento della qualità dell’aria” emanato dalla Regione Lazio «al fine – si legge sul sito web del Comune – di tutelare la salute pubblica» e che resterà in vigore (da lunedì al venerdì, fra le 8.30 e le 19.30) fino al 31 marzo. Le motivazioni d’altro canto non mancano dopo la pubblicazione dei dati di Arpalazio (Agenzia Regionale Protezione ambientale del Lazio) sulla concentrazione di Pm10 per m3: a gennaio sono stati superati per ben 23 giorni i limiti imposti dalla legge. Inoltre, dal rapporto “Mal’aria di città 2019” di Legambiente, pubblicato lo scorso 22 gennaio, risulta che il capoluogo ciociaro è la prima città non ubicata nella pianura padana che nel 2018 ha superato per ben 116 giorni il limite delle polveri sottili.
«Eravamo in attesa di novità legislative in materia di mobilità alternativa e sostenibile e dell’entità delle risorse di cui avremmo potuto disporre, non sono arrivate e quindi, siamo stati costretti a ottemperare al Piano regionale che prevede, appunto, il blocco dei veicoli a gasolio» ha commentato il primo cittadino al giornale “L’automobile” edito dall’Aci. «Crediamo che le limitazioni al traffico del provvedimento regionale, così come le targhe alterne, siano misure parziali, poco lungimiranti e certamente non risolutive del problema inquinamento – continua – ma la direttiva regionale andava applicata. Servirebbe un pacchetto di misure integrate: dagli incentivi all’auto elettrica come prevede la stessa direttiva, alla mobilità ciclabile, al trasporto pubblico locale che, tra l’altro, nella nostra città è tutto composto da veicoli Euro 5 ed Euro 6, a metano ed elettrici».
I dati in tempo reale sul sito del progetto Ancler

Parte quindi la limitazione al traffico a Frosinone ma il problema non è nuovo. Basti pensare a quanto riporta l’Associazione dei medici di famiglia per l’ambiente, impegnata nella lotta all’inquinamento atmosferico: «Nel mese di dicembre al centro storico si è registrato un numero di ore con PM oltre i limiti di legge nel 52% del tempo, nella parte bassa di oltre 80%». E ancora: «In termini di valori assoluti, nelle ore serali, quando si registrano i picchi maggiori, la differenza tra una e l’altra è del triplo ed oltre».
Come risolvere? «I Piani urbani della mobilità sostenibile potrebbero essere l’occasione unica per pianificare l’uscita dalla mobilità inquinante e fossile – spiega Andrea Minutolo, coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente – Un’occasione per promuovere soprattutto una mobilità attiva, a piedi e in bici, con mezzi a zero emissioni, dalla micromobilità all’autobus e l’elettrico. Una nuova mobilità quindi, che ci permetterebbe di ridurre drasticamente il numero totale di veicoli in circolazione e di liberare vaste aree di città, per esempio le aree di parcheggio, che potrebbero essere destinati ad altri usi, facendo divenire lo spazio urbano un “bene comune”, come sostenuto nel Pums di Milano, da amministrare per tutte le funzioni della vita urbana».
Il quadro riassuntivo degli inquinanti atmosferici di Arpa Lazio nel 2018

Leggi in tempo reale i rilievi sul monitoraggio del Pm10 nel Lazio
L'autore

- Sono nato a Frosinone il primo febbraio del '96, sono studente di lettere moderne all’università di Cassino e del Lazio meridionale, appassionato di musica, sport e natura