L’uomo e la farfalla. Il cambiamento climatico secondo Filippo Giorgi

Può il battito d’ali di una farfalla in Amazzonia provocare un uragano in Texas? La risposta è sì. Ma si tratta ovviamente di una metafora, utilizzata dal fisico Edward Lorenz, per spiegare il concetto di caos. Da questa metafora, estesa all’intero sistema climatico terreste prende le mosse l’ultimo lavoro di Filippo Giorgi.
Perché piove così tanto? Perché fa così caldo? Cosa sta succedendo al nostro clima? Quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici sulle nostre vite? Queste sono solo alcune delle domande che assillano la società di oggi e a cui è difficile dare risposte. Nonostante questa difficoltà è importante, però, che si cerchi di indagare su tali tematiche, perché solo conoscendo meglio le situazioni si possono affrontarle. Proprio per questo Filippo Giorgi ha recentemente pubblicato “L’uomo e la farfalla”, un libro per comprendere i cambiamenti climatici.
Giorgi è esperto di fama internazionale di modellistica climatica e di temi legati ai cambiamenti climatici. Ha contribuito alle attività dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che ha ottenuto il premio Nobel per la pace nel 2007. Nel 2018 ha ricevuto la medaglia Alexander von Humboldt dell’Unione Geofisica Europea per il suo contributo al progresso della scienza nei Paesi in via di sviluppo.
In “L’uomo e la farfalla”, Giorgi cerca di dare risposte a sei domande fondamentali sul riscaldamento globale. Questo, infatti, secondo lo studioso «è visto come una malattia del pianeta Terra e della società che lo abitano», bisogna quindi conoscerne i sintomi per curarla. Ma conoscere il riscaldamento globale significa, in primis, cercare di capirne le cause che possono essere sia naturali che artificiali. Giorgi ci tiene, per cominciare, a sfatare un mito, quello cioè che definisce l’uomo come suo unico responsabile. In realtà l’uomo con la sua azione non ha fatto altro che accelerare o modificare un fenomeno naturale, le cui cause, talvolta possono risiedere su fatti apparentemente insignificanti, proprio come la farfalla di Lorenz. Si passa poi all’analisi degli effetti del riscaldamento globale. Effetti che non si limitano agli aspetti strettamente climatici, ma che possono determinare l’esaurimento delle falde acquifere o episodi di immigrazione sempre più massicci. Non bisogna dimenticare poi l’influenza dei cambiamenti climatici sulla nostra salute e sulla biodiversità. In virtù di ciò bisogna secondo Giorgi imparare a «gestire l’inevitabile ed evitare l’ingestibile».
Nel libro l’ordine delle domande non è casuale, ma rispetta un filo logico ben preciso, in base al quale ogni domanda emerge dalla risposta al quesito precedente. Giorgi si sforza, inoltre, di esporre in maniera chiara, semplice ed esauriente i termini del dibattito sul riscaldamento globale, facendo ricorso quando è possibile anche a figure e grafici. In questo modo spera di riuscire a spingere il lettore a farsi un’idea quanto più veritiera della realtà climatica che lo circonda.
Filippo Giorgi
L’uomo e la farfalla
152 pagine, FrancoAngeli, 2018
9.00 euro
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