Francesca Colavita è la ricercatrice di Campobasso che ha partecipato alla ricerca sul coronavirus

Coronavirus, isolato il virus allo Spallanzani. Fra le ricercatrici una giovane molisana

«È una notizia di portata globale, aver isolato il virus significa avere molte più opportunità di poterlo studiare e di verificare meglio cosa bisogna fare per contrastarne la diffusione». Sono le parole con cui il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato l’importante scoperta avvenuta nel centro di ricerca dell’ospedale Spallanzani di Roma.

Avvenuta a meno di 48 ore dai primi casi di positività in territorio italiano, la scoperta dimostra come la macchina sanitaria abbia mosso i suoi passi al fine di porre sotto controllo il virus epidemico. È un passo molto importante, infatti nonostante il virus fosse già stato analizzato in Cina, l’Italia è il primo paese europeo ad averlo isolato.

«Abbiamo lavorato per cinque ore al giorno nel laboratorio ad alta protezione, usando tute, maschere e precauzioni. Ci siamo coccolati il virus, però alla fine ce l’abbiamo fatta. Venerdì alle ore 22:30 abbiamo avuto la certezza di aver isolato il virus» racconta la dottoressa nonché responsabile dell’unità virus emergenti dell’istituto di ricerca Spallanzani, Concetta Castellani.

Il risultato infatti rappresenta il frutto di un importante lavoro d’equipe, composta da 14 donne e un uomo, tutti animati dalla stessa passione e dal desiderio di tutelare la salute nazionale e mondiale. Ad emergere nel team è la ricercatrice Francesca Colavita, nativa di Campobasso. La giovane molisana, dopo aver compiuto alcune missioni di ricerca sull’emergenza Ebola in Sierra Leone, è da quattro anni al servizio dello Spallanzani. Sarebbe stata lei, insieme ad altre due colleghi, ad isolare il virus, rappresentando così non solo un punto di riferimento per la ricerca, ma anche un motivo d’orgoglio per la piccola regione italiana.

«La disponibilità dei dati sul Coronavirus spiega la direttrice del laboratorio Maria Capobianchi  – ci permette di provare farmaci in vitro e di fare studi sui meccanismi di replicazione, nonché di avere uno strumento che permette di perfezionare la diagnosi». Aggiunge il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito: «Adesso sarà più semplice trovare un vaccino per il Coronavirus».

Nel frattempo la sequenza è già stata depositata nel database GenBank e a breve anche il virus sarà reso disponibile per la comunità scientifica internazionale.

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