L'ambiente fa notizia

Giornalista ambientale, perché no?

Vale la pena, ora più che mai. L’accesso alla professione giornalistica è oggi molto più complesso, e questo nonostante il proliferare delle facoltà di giornalismo e delle scuole di giornalismo possa far credere i contrario. Il motivo è la crisi profonda del settore, che riduce le opportunità di inserimento in una testata giornalistica e rende più difficile vivere di giornalismo. Ma riduce non significa elimina, pur se questo oggi significa opportunità soprattutto come freelance – una volta si sarebbe detto collaboratore esterno – e quindi impone la necessità di strutturare la professione con un approccio multitestata e multimediale.

In questo contesto la specializzazione, in questo caso ambientale, costituisce sicuramente un asset prezioso, un’arma professionale in più. Un asso da giocare per entrare nella professione e restarci. Personalmente ritengo che non sia più tempo di “specializzati puri” (mi occupo di ambiente e basta, di sindacato e basta, di politica e basta, di finanza e basta. Il resto mi fa anzi un po’ schifo) come non lo è di “generici puri” (faccio tutto senza fare domande, neanche a me stesso). Bisogna essere pronti a fare di tutto (o meglio, a coprire in maniera decente almeno tre o quattro campi, tra i quali è fondamentale, per gli strumenti che consente di acquisire, la cronaca) ma anche ad essere specializzati, molto specializzati, in almeno un campo. Avere competenze, esperienze e buone fonti. Essere credibili.

L’informazione ambientale in questo senso è un’opportunità di prospettiva, che ha i suoi spazi e gode di una domanda crescente dal basso. E’ essenziale per la tutela dell’ambiente, buonissima per la società e buona per i giovani giornalisti, che in essa possono trovare spazi di crescita e rispondere alle domande che vengono dal basso, dai lettori e potenziali lettori. La classica soluzione win-win.

L'autore

Alessandro Farruggia
Alessandro Farruggia
Giornalista professionista, lavora presso la redazione romana del Quotidiano Nazionale. Ha seguito le principali conferenze internazionali degli ultimi vent'anni sul tema dell'ambiente e gli incidenti nucleari di Chernobyl e Fukushima. Ha partecipato a due spedizioni con il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. Ha vinto il Premio Saint-Vincent (2006). Sue le pubblicazioni "Clima: istruzioni per l'uso" (Edizioni Ambiente, 2007), scritto insieme a Vincenzo Ferrara, e "Fukushima" (Marsilio Editore, 2012)

Alessandro Farruggia

Giornalista professionista, lavora presso la redazione romana del Quotidiano Nazionale. Ha seguito le principali conferenze internazionali degli ultimi vent'anni sul tema dell'ambiente e gli incidenti nucleari di Chernobyl e Fukushima. Ha partecipato a due spedizioni con il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. Ha vinto il Premio Saint-Vincent (2006). Sue le pubblicazioni "Clima: istruzioni per l'uso" (Edizioni Ambiente, 2007), scritto insieme a Vincenzo Ferrara, e "Fukushima" (Marsilio Editore, 2012)

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