Greta Thunberg guida il Global strike for future

I giovani del mondo scioperano per il clima. Insieme a Greta, il 15 marzo

Massimo Scalia, fra gli esponenti del movimento ambientalista che ha lanciato l'appello per il Global strike
Massimo Scalia, fra gli ambientalisti che ha lanciato in Italia l’appello per il Global strike

È giunta anche in Italia l’eco di Greta Thunberg, l’attivista sedicenne svedese, appena nominata donna dell’anno dal quotidiano nazionale Aftonbladet, che ha dato un volto e un nome alle speranze ambientaliste. È lei, infatti, ad aver lanciato i “Fridays for future”, vale a dire i “Venerdì per il futuro”: un vero e proprio movimento globale che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi, attraverso delle mobilitazioni che si sono susseguite durante l’inverno con cadenza settimanale, perché si affronti in maniera concreta il problema del cambiamento climatico. Le manifestazioni culmineranno venerdì 15 marzo con il “Global Climate Strike For Future”: un evento che potrebbe diventare la più grande mobilitazione in favore dell’ambiente nella storia.

Tutto è iniziato lo scorso 20 Agosto, ovviamente un venerdì, quando Greta ha promosso uno sciopero per sollevare il problema degli sconvolgimenti climatici attraverso un semplice gesto: sostare davanti al parlamento di Stoccolma in segno di protesta, durante l’orario scolastico. La sua iniziativa ha ottenuto un’attenzione crescente che è andata ben oltre il suo paese. Tanto che persino il nostro Presidente, Sergio Mattarella, atteso peraltro lunedì 11 all’Ateneo di Cassino, ha citato l’esempio di Greta in un discorso tenuto a Viterbo lo scorso 26 Febbraio: «Greta, la giovane svedese sta sottoponendo le istituzioni europee a una forte sollecitazione sui temi ambientali, il suo discorso sia una spinta per le istituzioni» ha detto. A dicembre, infatti, l’ambientalista aveva strigliato i rappresentanti dei governi riuniti a Katowice, in Polonia, per la 24esima Conferenza mondiale dell’Onu sul clima accusandoli di ignorare la gravità della situazione. E aveva ripetuto il messaggio, pochi giorni prima della battuta di Mattarella, davanti al Parlamento di Bruxelles.

Una delle recenti mobilitazioni globali per il clima di Youth for climate

Ma perché impegnarsi su un terreno apparentemente astratto, almeno finché i fenomeni meteorologici estremi non ne dimostrano la concretezza? «Il riscaldamento globale è la più grave minaccia del nostro secolo: bisogna che tutte le nazioni prendano provvedimenti in merito, altrimenti la situazione può soltanto degenerare: le aree desertiche si estendono e aumenta la siccità, gli anni con la temperatura media più elevate si susseguono, nel 2017 si è staccato dall’Antartide un iceberg più grande della Liguria» spiega Massimo Scalia, già docente di Fisica Matematica all’Università La Sapienza di Roma, storico esponente del movimento ambientalista, membro del “Centro interuniversitario di ricerca per lo sviluppo sostenibile” (Cirps) e promotore di un appello in Italia a favore del “Global Climate Strike For Future”.

Greta Thunberg durante il suo intervento al vertice sul clima di Katowice, in Polonia
Greta Thunberg durante il suo intervento al vertice sul clima di Katowice, in Polonia

Gli eventi degli ultimi anni dimostrano del resto che anche per il nostro Paese questo è un problema tutt’altro che marginale: «Le frequenti ondate di calore, i nubifragi e gli eventi meteorologici estremi rendono evidente che la questione climatica rappresenta ormai un’emergenza ad ogni latitudine, compresa la nostra» continua Scalia. Basterà il Global Strike per invertire la rotta? «È un’iniziativa bella e importante a carico dei giovani, per tallonare i governi e spingerli a impegnarsi di più. Gli adulti devono accompagnare i giovani in questa lotta per un futuro che è soprattutto il loro, per questo la sosteniamo attraverso il nostro appello».

Tuttavia, avverte Scalia, il problema non si risolve con una manifestazione: «Bisogna ridurre l’utilizzo delle fonti fossili a favore di quelle rinnovabili, trasformare i rifiuti in nuovi prodotti, privilegiare l’utilizzo di beni durevoli e sostenibili. Ognuno di noi deve condurre la propria battaglia perché i governi applichino l’Accordo di Parigi che punta a contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi durante questo secolo. E migliorare le proprie abitudini per costruire un nuovo equilibrio fra uomo e natura». Tutti i giorni, non solo il venerdì.

Visita il sito ufficiale del Global climate strike for future

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