Il professor Andrea Cedola (Foto: L'Inchiesta)

Il nostro abbraccio ad Andrea Cedola

Abbiamo appreso ieri con grande dolore che Andrea Cedola, professore di Storia della Letteratura contemporanea nel Dipartimento di Lettere e filosofia di Unicas, è mancato. Molti studenti lo hanno conosciuto apprezzandone sia le capacità da studioso e insegnante, sia la disponibilità umana. Alcuni di loro stanno scrivendo delle testimonianze che pubblichiamo di seguito.


Ricordare il professor Cedola non è facile. Le sue lezioni erano interessanti, soprattutto quando in classe spiegò l’Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo. Anche le sue lezioni su Pirandello e su “Il Gattopardo” di Tomasi da Lampedusa hanno lasciato in me un segno profondo. Durante le lezioni lui era sempre disponibile soprattutto al dialogo. Ricordo con immenso piacere quando durante la mia laurea mi fece i complimenti per la mia tesi. Ma la cosa che non dimenticherò fu durante l’ultima lezione del corso ci regalò una copia di un libro di novelle curato dal prof, “Novelle del mondo occulto”. Lo rileggerò pensando a Lui.
Buon viaggio prof.

Edoardo Urbani


Ricordo che durante il mio esame di letteratura italiana contemporanea abbiamo avuto una piccolissima discussione perché io gli dissi che “Gomorra” di Saviano non mi era piaciuto affatto, anzi, mi aveva annoiato. Lui non era d’accordo con me, cercava di farmi capire il valore del romanzo, al di là della scrittura. Mi diceva che la chiave della comprensione è nascosta, è tra le righe. Io non credo di aver capito cosa mi volesse dire ma ho compreso che non era un professore come gli altri. Non si limitava a darmi ragione come molti fanno, voleva farmi capire che sbagliavo, voleva trasmettermi la propria passione e il proprio amore verso quel libro e verso la propria materia.

Questo episodio mi ha spinto a sceglierlo come relatore per la mia tesi, il cui contributo è stato fondamentale per la ottima resa del progetto. Sarebbe troppo banale dire che rileggerò Gomorra con un approccio diverso, forse non lo riaprirò mai. Rimarrà sullo scaffale e ogni volta che lo guarderò ricorderò la dedizione con cui il professor Cedola si dedicava ai suoi studenti.

Filippo Scaccia


Caro prof, scrivo piangendo queste parole, dopo aver appreso la triste notizia per la tua scomparsa. È proprio vero, non perdiamo solo un grande docente, ma un grande uomo. Non eri solo un semplice insegnante, creavi dei legami con noi studenti che andavano un po’ oltre il normale dovere di un professore. Non ti accontentavi di spiegare, trasmettevi amore per il sapere, per quello che insegnavi, perché era grande l’amore e la passione con il quale ti rivolgevi a noi studenti.

Ricordo ancora quel giorno per le scale, quando hai incrociato il mio sguardo, che in quel momento era abbattuto, mi hai guardato e mi hai detto: “Emanuela, cosa hai? Se hai bisogno di qualcosa, chiamami”. Custodirò con affetto il tuo ricordo. Sei stato uno dei pochi professori che ha creduto in me, uno dei pochi ad aver capito che il mio modo di fare così buffo ed a volte incompreso, non era strafottenza, ma era un modo per nascondere la mia insicurezza.Ti porterò sempre nel cuore prof. Ciao prof, ciao ANDREA CEDOLA. 💔

Emanuela Mancini


Non ho avuto la fortuna di seguire un corso con il professore Andrea Cedola. Lo incontravo sempre al dipartimento e pur non conoscendomi in prima persona aveva sempre un sorriso da donarmi. Tanti sono gli amici che mi parlavano del suo corso con estrema gratitudine e mi raccontavano con occhi pieni ciò che affrontavano a lezione con lui. A quanto pare insegnava la vita e non solo la letteratura. Ad ogni seduta di laurea lui era presente, segno che denotava un così grande affetto da parte degli studenti, tanto da sceglierlo come relatore.

Mi ero ripromessa che presto sarei andata a seguire qualche sua lezione: non ho fatto in tempo. Ora che non c’è più, l’affetto degli studenti inonda le bacheche e credo proprio che rimarrà stabile nel cuore di ognuno per molto tempo.

Elvira Zambardi


La mia carriera universitaria è legata particolarmente a lei, mio caro Professore. Uomo e docente a cui devo molto!  Ricordando una delle tante lezioni sul senso della vita e della morte per il nostro amato Pirandello, la saluto con la consapevolezza che lei continuerà a vivere ogni volta che sfoglierò la mia tesi, ogni volta che farò lezione ai miei alunni e ogni volta che la penserò con profonda riconoscenza!
Arrivederci Professore⚘

Angela Evangelista

 


 

Professore,
Che brutti scherzi gioca la vita alcune volte.
Lo so che ormai non potrà più leggere..
Però vorrei dedicarle un ultimo pensiero. Perché adesso, tirando le somme, si fa ricchezza di quei piccoli momenti ricchi di insegnamenti. Mi sono approcciata alla Letteratura in un momento molto particolare per me. Mio padre stava per morire, erano 3 anni fa. Proprio in quei giorni dove piano piano si spegneva io ero tra lo Stetto di Horcynus. Perché quel libro per me rappresentava una sfida, al quale Lei ha risposto: “si batterà con onore”.

Si prof, mi sono battuta con onore perché per me ha rappresentato anche una grande perdita, quella di mio padre.

Da quel momento in poi Lei ha sempre creduto in me, mi ha sempre spinto a fare di più, a leggere di più e scrivere di più. Da quel giorno non ho mai smesso, ho letto, scritto, letto, scritto. E Lei ha sempre controllato i miei lavori, spingendomi sempre a non mollare.

Vede prof, ricordo che nelle sue lezioni, quando si parlava di Verga diceva che chi nasce tondo non può morire quadrato. Ecco, io probabilmente sono nata tonda, ma vorrei arrivare ad essere un quadrato perché spinta dalla motivazione che Lei mi dava quando i dubbi erano maggiori.
Io non lo so perché le scrivo, ma ecco, lo faccio… perché secondo Lei è questo il mio lavoro.

Prof, io ho sempre pregato per Lei. L’ho portato costantemente nelle mie preghiere quando sapevo che i momenti no prendevano il sopravvento. Ora spero che Lei possa fare molto anche Lì con la sua passione per la letteratura e la sua vitalità.

Io qui mi porterò dentro ogni suo insegnamento e ne farò tesoro.

C’era una cosa che le volevo chiedere da tempo, ma ecco… Sarebbe stato meglio chiederla subito.
Avrei voluto imparare a leggere come lei, a capire come lei ogni libro.
Tempo non c’è stato, ma io non mi arrenderò. La porterò con me in ogni pagina che leggerò e in ogni parola che scriverò perché Lei mi ha dato la possibilità di credere che una passione un giorno si potrà trasformare in lavoro e io di questo gliene sono grata.

La mia tesi su Horcynus Orca continuerà, perché devo farlo, devo battermi con onore anche questa volta, ma senza avere una spalla che capisca il linguaggio di D’Arrigo.

La porterò nel cuore Prof e spero che queste parole le siano arrivate.

Noemi Lancia


Un ricordo molto particolare di un professore che trasmetteva passione e amore per la sua materia di letteratura, facendoti entrare nel cuore del suo studio. All’esame che ho dato dovevamo scegliere cinque romanzi di una lista di venti libri e dovevamo sceglierne cinque , ed erano tutti autori siciliani tra quelli che ho scelto mi sono piaciuti “I Malavoglia” di Verga , un autore che adoro tantissimo, già ai tempi del liceo e infatti lo portai all’esame di maturità.

Tra le lezioni che mi ha attirato è stata quella ha spiegato alcune novelle di Verga come “Rosso Malpelo, “La lupa”, ma mi ha attirato molto la novella del “Dottor Cymbalus” di Capuana, che racconta del dolore di una persona che sofferto per una delusione, può essere così forte e profonda, che la persona si di strapparsi il cuore per non sentire più questa sofferenza, ma allo stesso tempo ma non riusciamo a sentire tutte le altre emozioni, che siano positive e negative.

Una persona a modo, molto sorridente e molto gentile nel rispiegarti ciò che non avevi capito, una persona che non amava solo lo studio, ma soprattutto la vita. Riposa in pace Professore, grazie per i tuoi insegnamenti e condoglianze alla famiglia, che ha subito questa tragica ingiustizia.

Mario Cacciarella


 

Andrea si è perso

tra le mie carte e

non sa tornare: dice

che ha trovato un

certo talento e vuole

restare, vederlo

maturare sotto i torrenti

glaciali e protervi

delle mie ascese

a metà. Andrea,

gli dico, torna indietro –

grido, ma non mi sente:

è lontano. Gli butto

un filo – ma lo intesse

come Penelope per la logica

della narrazione,

ché non cominci più

dalla fine.

 

Ad un maestro di vita,

con affetto.

 Alessia Lombardi

 


 

Se n’è andato forse come i personaggi letterari, come in una novella pirandelliana, lui che era così immerso nel teatro, nella letteratura. E i personaggi letterari sono imperituri.

Così come il prof, che chi ha conosciuto non potrà dimenticare.

Dotato di una sensibilità e di un’intelligenza rare, entrava a fondo nei temi e nelle vite degli scrittori, nella letteratura che già amavo e che, con le sue spiegazioni, ho amato ancora di più. Non potrò scordare l’acribia e l’impegno profusi nelle sue brillanti spiegazioni di D’Arrigo (lo scrittore al quale si è dedicato anni e anni), Pirandello, Verga, Tomasi di Lampedusa, Pasolini. Per lui ogni parola svelava ciò che per noi poteva rappresentare un mistero, ci aiutava a capire quel che si nasconde dietro a un’espressione, un motto di spirito con il suo sguardo sempre attento. Dalla frequentazione del suo corso ho iniziato a leggere in modo diverso, soffermandomi con una rinnovata attenzione per le parole.

Persone così, che uniscono una spiccata dose di intelligenza nel lavoro e profonda umanità (sempre disponibile al confronto), lasciano un vuoto incolmabile. Quando ho saputo della sua morte non volevo crederci. Perdere una figura di riferimento fa male, senti un peso addosso e la consapevolezza di non avere appoggi né cenni d’intesa. Però ricorderò sempre la sua lezione, tutto ciò che ci ha lasciato, immenso patrimonio immateriale. E penso alla famiglia, che immagino sentirà amplificato questo mio dolore e dei tanti altri che hanno avuto l’immensa fortuna di conoscerlo.

Michele Forgione

 


 

Il professor Cedola… Non dimenticherò mai le sue lezioni di letteratura italiana, che in realtà non erano solo letteratura, era vita. Il professor Cedola era capace di catapultarci nei romanzi, farci respirare la stessa aria dei protagonisti, farci udire i suoni, farci osservare i personaggi… Pochi come lui sapevano spiegare a parole le sensazioni e i sentimenti che si provano quando si legge un romanzo.

Con lui la letteratura prendeva vita in quelle tre ore di lezione. Ne conservo un bellissimo ricordo. Il professor Cedola… di una simpatia disarmante, esigente, gentilissimo, rispettoso.

Amava i suoi studenti, diceva che le lezioni non sono mai a senso unico. Aveva anche capito la mia passione per la musica, mi ha incoraggiata a scrivere canzoni e l’ultima volta che ho avuto il piacere di parlare con lui, dopo un convegno all’Università, mi chiese di mandargli via email qualche pezzo inedito, lui aveva una profonda stima nei suoi studenti… Ciao Professore…

Federica Carnevale

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Cassinogreen nasce su iniziativa di un gruppo di studenti del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale. Rappresenta uno strumento di confronto, informazione e divulgazione sulle tematiche ambientali e giovanili nell’area d’interesse della testata, fin dove arriva lo sguardo da Montecassino e dove ci sospinge il desiderio di ricerca giornalistica e culturale.

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