Carlo Nordio. Ministro della Giustizia del governo Meloni

La riforma Nordio vista da un avvocato

Una riforma che cambierà i rapporti fra politica e magistratura. Ne parliamo con Pasquale Improta, penalista e presidente della camera penale di Cassino.

 

 

 

 

Il disegno di legge, che porta il nome del guardasigilli Carlo Nordio, approvato dal consiglio dei ministri il 15 giugno, apporta delle modifiche nel Codice penale e all’Ordinamento giudiziario. Oltre al classico scontro fra maggioranza ed opposizione, la tematica ha spaccato il mondo giuridico, vedendo le camere penali, fra le quali anche Cassino, presieduta dall’avvocato Pasquale Improta, schierarsi a favore della riforma.

 

 

Come giudica l’operato del ministro della giustizia Carlo Nordio?

Il Ministro Nordio come ex magistrato e giurista, è un uomo onesto e trasparente, vicino alle battaglie degli avvocati penalisti. Il nostro giudizio è positivo sulla persona. E evidente nel momento in cui il dottor Nordio diventa il ministro Nordio, quindi inserito in una maggioranza di governo dove vi sono compromessi e normale che le promesse e le premesse siano meno luminose di quelle che si stanno verificando. Ma questo è dovuto al fatto che il ministro deve rendere conto della collegialità dell’azione politica del governo.

Pasquale Improta. Penalista e presidente della Camera penale di Cassino
Pasquale Improta. Penalista e presidente della Camera penale di Cassino

 

 

L’abolizione dell’abuso d’ufficio sarà uno degli atti previsti dalla nuova riforma. Non vedremo più sindaci tentennare per una firma?

Non entro nell’ambito della valutazione politica, sottolineo da tecnico che la codificazione del reato d’abuso d’ufficio sia vaga ed indeterminata. Tutto ciò permette al potere giudiziario di trasformarsi in un sindacato di merito nel valutare le azioni amministrative, creando processi inutili con costi non solo economici ma anche morali ed umani per gli imputati. C’è chi grida allo scandalo e al favoreggiamento delle azioni illegali ma la fattispecie del reato è troppo generica e viene considerata improduttiva tanto che su 3938 fascicoli aperti ne sono stati archiviati 3536.

 

 

Secondo lei la riforma farà ritornare la giustizia nelle aule dei tribunali?

Il punto nodale della questione e comunicare la giustizia ai cittadini. Lo stato garantisce la giustizia, quella umana, e che comunque la giustizia arriva, anche se dovrebbe essere veloce, perché un processo che dura dieci anni avrà nel mezzo condannato l imputato al pubblico ludibrio. La giustizia deve raggiungere il cuore dei cittadini, far capire che non è vendetta, altrimenti diventa giustizialismo ma anche non distorcere il vero significato del termine garantismo che non vuol dire impunità ma bensì garantire tutti i diritti per dichiarare la propria l innocenza o colpevolezza. La giustizia deve essere efficiente e comunicare la sua efficienza, deve affermare la presenza e la tutela dello stato nei tempi stabiliti.

 

 

L'autore

Massimo Purificato
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" Haec autem ita fieri debent, ut habeatur ratio firmitatis, utilitaris, vetustaris". ( Marco Vitruvio Pollione, De Architectura).

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