L'artista Fernando Rea, originario di Isola del Liri (Fr)

Le metamorfosi del reale di Fernando Rea

Fernando Rea è un artista in continua evoluzione. Nato ad Isola Liri (Fr) nel 1935, vive e lavora a Frosinone. Le metamorfosi del suo lavoro si possono riscontrare nella sua incessante operosità iniziata nel 1952 attraverso le prime sperimentazioni informali, nelle quali l’artista manipola la materia pittorica attraverso una stesura geometrica in grado di riportare il linguaggio alla “sillabazione infantile”, fino a giungere, negli anni ’60, ad una nuova figurazione che fa della realtà stessa motivo di penetrante denuncia. Abbandonate le precedenti esperienze in campo pittorico, nel 1963 Rea fonda assieme ad artisti quali Floridia, Loreti, Gismondi e Scelza, il Gruppo 5 di Nuova Realtà. La sua pittura diventa violenta, tormentata e impegnata politicamente. Spezza l’apatia collettiva attraverso un controcanto di immagini che scuotono l’animo rendendolo partecipe di un’ingannevole realtà.

 

Un’opera del maestro Fernando Rea

 

Le opere, attraverso una denuncia penetrante e l’uso sapiente dell’impasto cromatico, sottolineano le fragilità e le angosce dell’uomo costantemente vilipeso e umiliato, mostrando i tormenti inflitti al corpo umano. Il rumore del silenzio riempie le opere, si può solo rimanere in ascolto delle speranze e del dolore che, come fioche luci, si sono spente alla deriva di una rotta perduta. Le sue opere provocano e talvolta disturbano l’osservatore catapultandolo nella bestialità del quotidiano e scuotendolo dall’indifferenza che acceca l’uomo e che lo rende spettatore passivo delle tragedie umane. Temi predominanti della sua pittura sono la natura e il mito. La “Giungla mediterranea” presentata da Rea nel 1972 propone immagini di animali e vegetali posti sotto una lente d’ingrandimento (mediatica e pubblicitaria) per uso e consumo dello spettatore (permeata, forse, da una logica pop). Micro e Macrocosmi di un mondo che ha perso da tempo la sua dimensione originaria e che, nella nostra società di consumo, capitalista e mediatica, lascia della natura soltanto un lontano ricordo.

Esotici animali patinati e iridescenti animano le acque e la vegetazione delle tele dell’artista recuperando la lezione di Aldo Turchiaro che dell’artista ha sottolineato “[…] Fernando Rea dipinge animali, che sono l’antimacchina per eccellenza. Ma la sua pittura brilla come il metallo della macchina. Perché questa dicotomia? Evidentemente l’uomo ha demandato alla macchina certe funzioni strumentali ma conserva a sé l’emozionalità […]”. Una fabula giocosa e provocatoria che fa dell’artificio uno strumento necessario servendosi dell’energia industriale per esaltare le qualità formali della sua pittura. La giungla immaginata da Rea è intrisa di pathos, aggressività e tensione in un’animosa lotta per la sopravvivenza della natura, consegnata attraverso la fantasia dell’artista, all’immaginazione dell’osservatore.

 

L’artista Fernando Rea insieme all’autrice dell’articolo, Valentina Coccarelli

 

L’artista non fugge dalla realtà operando un discorso ecologistico, ma penetra direttamente nella realtà mediante un’analisi simbolica del reale. Il mondo pittorico di Rea popolato da rane, lumache, ramarri e altri animali presuppone un intento partecipativo aprendosi alla riflessione individuale dell’osservatore. Il dinamismo vitale arde le figure rappresentate, infatti, evidenzia Dario Micacchi “la crescita della vita ci viene mostrata come un fenomeno drammatico, irto di conflitti per l’espansione vitale, ma allo stesso tempo viene affidato all’immagine a giungla un messaggio di comportamento positivo, di allergia germinale, di energia della nascita e dell’espandersi libero dell’eros”.

 

Un’opera di Fernando Rea

 

Il mito è una tematica preponderante della pittura di Fernando Rea, tanto da pubblicare nel 1993 il Manifesto della Mitarte. L’artista attraverso queste immagini propone il tempo di un nuovo olimpo, dove moderni dei si ergono sulle tele come frammenti di un lontano passato, un’età dell’oro dissolta nel tempo come quei filamenti pittorici che segnano le tele come il filo della vita tessuto dalle Moire. Intanto le mitiche immagini si moltiplicano come carte, o forse tarocchi propiziatori, generando negativi e positivi.

Rea è inoltre abile scultore. Le sue installazioni realizzate con perizia tecnica attraverso il riuso di materiale povero e di recupero come il legno, il metallo, i chiodi, la carta ecc. invitano lo spettatore, attraverso la loro logica partecipativa, aperta e contestuale a dialogare con l’opera che assume una funzione ludica e praticabile (tirando una cordicella una lumaca sale e scende da una trave di legno). L’esperienza artistica di Rea è pertanto segnata da una continua tensione evolutiva e creatrice che collima verso una febbrile operosità di indagine alchemica della realtà e delle sue trasformazioni.

L'autore

Valentina Coccarelli
Valentina Coccarelli
Sono nata il 17 Febbraio 1997 a Frosinone. Ho frequentato il
Conservatorio Licinio Refice, studiando per diversi anni pianoforte e
successivamente il Liceo Artistico A. G. Bracaglia di Frosinone. Sono
laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di
Cassino e del Lazio Meridionale. Durante il mio excursus scolastico,
ho avuto modo di entrare in contatto e conoscere direttamente
personalità di spicco e grandi artisti eclettici ed innovativi.

Valentina Coccarelli

Sono nata il 17 Febbraio 1997 a Frosinone. Ho frequentato il Conservatorio Licinio Refice, studiando per diversi anni pianoforte e successivamente il Liceo Artistico A. G. Bracaglia di Frosinone. Sono laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Durante il mio excursus scolastico, ho avuto modo di entrare in contatto e conoscere direttamente personalità di spicco e grandi artisti eclettici ed innovativi.

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