Inquinamento a Venafro, dopo un decennio ancora alla ricerca delle cause
Nella piana di Venafro, in provincia di Isernia, si indaga da dieci anni per cercare le cause sull’inquinamento atmosferico, che persiste con dati allarmanti. Finalmente adesso arriva un intervento forte: il sottosegretario della Regione Molise, Roberto di Baggio (delegato all’ambiente), ha convocato una riunione, che si è tenuta ieri, 15 gennaio 2021, per discutere della situazione ambientale nella zona e promuovere un piano per individuare le cause e le soluzioni dell’inquinamento atmosferico.
Nuovo piano d’azione
All’incontro, che si è tenuto ovviamente online, erano presenti, oltre ai due rappresentanti dell’amministrazione regionale, anche il sindaco di Venafro e presidente della provincia Alfredo Ricci, i sindaci e consiglieri comunali di Montaquila, Pozzilli e Sesto Campano. E ancora Oreste Florenzano (direttore generale Asrem), i responsabili tecnici dell’Arpa Molise e i capi di dipartimento delle strutture regionali Ambiente e direzione Salute. «Con i risultati rappresentati dall’Arpa che, purtroppo, riportano diversi sforamenti dei valori limite, nel corso della riunione sono state esposte le azioni che già sono state intraprese grazie ad un gruppo di lavoro tecnico istituito tra Arpa Molise, Ispra ed Arpa Emilia Romagna, che sta delineando gli scenari futuri e il quadro delle azioni da avviare – ha dichiarato il sottosegretario di Baggio – Nel contempo, è stato calendarizzato un piano di azione strategico per adottare, nei prossimi mesi, delle linee operative concrete per attenuare le criticità esistenti, lavorando in sinergia continua tra studio epidemiologico e approfondimento tecnico-scientifico».
Il Cnr di Pisa e le associazioni locali
Anche se si indaga da un decennio sulla qualità dell’aria di Venafro, in realtà è da ben prima che questa problematica è presente nella Valle del Volturno, nel basso Molise: «Già dal 2005 abbiamo iniziato a mettere in evidenza delle criticità» precisa l’Associazione venafrana Onlus “Mamme per la Salute e l’Ambiente ODV” che da 16 anni sollecita enti e istituzioni a monitorare il territorio e informa la popolazione sulle conseguenze delle polveri sottili. La prima valutazione dello stato di salute nei comuni di Venafro, Sesto Campano e Pozzilli è avvenuta nel 2018 da parte del Cnr di Pisa. I dati piuttosto preoccupanti hanno dato l’avvio ad uno studio epidemiologico e ambientale della Valle del Volturno, partito nel 2020, grazie a un accordo di collaborazione tra Cnr-Ifc e Comune di Venafro, che dovrebbe concludersi nel 2022. Nonostante le misure anti-Covid abbiano ridotto drasticamente il traffico, nella Piana di Venafro sono tornati a crescere i livelli di Pm 2,5 e Pm 10.
L’incidenza delle attività industriali
Secondo il sindaco Ricci e gli ambientalisti questo conferma che ci sono altri fattori che fanno di Venafro la città più inquinata del Molise: «A rendere più nociva l’area del nostro territorio sono le attività industriali, alcune presenti ben prima degli Anni Novanta. Si tratta del “decaduto” Nucleo Industriale Pozzilli- Venafro, in cui spiccavano le acciaierie Rer e Fonderghisa Spa, definite “le fabbriche dei veleni”» affermano le “mamme” dell’associazione no profit. Sempre queste ultime hanno segnalato alla Comunità europea l’assenza dell’AIA (Autorizzazione integrata ambientale) per l’impianto dell’inceneritore a Pozzilli di HerAmbiente e per il cementificio a Sesto Campano di Colacem, in piena attività. Dal canto suo la Colacem già nel 2017 affermava tramite un comunicato: «La nostra azienda opera e ha sempre operato nel pieno rispetto delle normative vigenti. Il nostro stabilimento usa in parte materie prime provenienti da altre produzioni industriali, come avviene per le ceneri non pericolose. L’esito delle analisi dimostra e conferma che le ceneri trasferite da Herambiente a Colacem, poste sotto sequestro sono rifiuti non pericolosi e materiali perfettamente atti a essere impiegati per la produzione di cemento. Lo stesso pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione del procedimento a seguito dei risultati dell’incidente probatorio».
Uno sguardo al di là della Piana
C’è chi ritiene che i fattori d’inquinamento provengano anche dall’esterno della Piana venafrana: «Lo studio non deve considerare solo gli impianti sulla nostra Piana, ma anche quelli confinanti – precisa il consigliere regionale Vittorio Nola – Con temperature e umidità basse, dal monte Sambucaro, è facile vedere come i fumi, sottostanti le nuvole, da San Vittore del Lazio, dove si trova un inceneritore, giungano sulla Piana di Venafro. E un grande problema si creerà con la conclusione della Turbogas di Presenzano (Ce) i cui fumi potrebbero aggravare ancora di più la situazione». Intanto, l’Associazione “Mamme per la Salute e l’Ambiente”, infastidita per l’esclusione da tutti gli incontri istituzionali sul tema, ha richiesto, per il 21 Gennaio, un incontro su Skype con i soci, il sindaco di Venafro e l’assessore all’Ambiente, per fare il punto della situazione ad un anno dalla firma di collaborazione scientifica tra il Comune di Venafro e il Cnr-Ifc.
L'autore
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