Un momento del webinar con i rappresentanti del Gal Verla

Arrivano le colonnine elettriche nel Frusinate, il progetto del Gal Verla

«Il nostro obiettivo è generare uno sviluppo coerente con le caratteristiche del territorio, legato anche all’economia circolare. E il Patto dei sindaci è uno strumento fondamentale per le amministrazioni che vogliono raggiungere l’obiettivo condiviso di ridurre le emissioni climalteranti e migliorare la qualità della vita dei cittadini». Loreto Policella, architetto e presidente del Gruppo d’azione locale Versante laziale del Parco nazionale d’Abruzzo (Gal Verla), ha spiegato così la funzione del Patto dei sindaci durante il terzo appuntamento di “Raccontare l’economia circolare”: il ciclo d’incontri che Cassinogreen dedica ai processi di riconversione alla sostenibilità nella provincia di Frosinone e dintorni. L’incontro, introdotto da Marco Fratoddi (docente di Scrittura giornalistica dell’Università di Cassino) e coordinato da Anastasia Verrelli (vicepresidente dell’associazione Cassinogreen), ha permesso di mettere a fuoco sia le peculiarità del Gal, come modello di governance innovativo, sia i progetti concreti che si stanno avviando sul territorio.

Cosa sono i Gal?

È Tiziana Rufo, consulente del Gal e in precedenza sua direttrice, a spiegarne la storia e le funzioni: «I Gruppi di Azione Locale sono nati su iniziativa dell’Unione Europea e sono dei partenariati tra diversi attori tutti posti sullo stesso piano – ha raccontato – Il nostro è nato nel 1994 e oggi conta sessanta soci, tra cui trentadue comuni delle Terre di Comino e attori sovracomunali, confederazioni del mondo dell’agricoltura e delle imprese, soggetti che si occupano di cultura e di ambiente, le comunità montane e il Parco Nazionale d’Abruzzo».

Tiziana Rufo, consulente del Gal Verla per l'attuazione del Paesc, ha presentato le attività della loro associazione
Tiziana Rufo, consulente di Gal Verla, ha presentato le loro attività nel terzo webinar di Cassinogreen sull’economia circolare

Il Gal può concedere finanziamenti a imprese e cittadini che risiedono nei comuni associati e che lavorano nel settore agricolo, artigianale e turistico. «Tutti i Gal strutturano bandi trasparenti, con indicatori ben definiti. Si tratta di un contributo a fondo perduto: i giovani fino ai 40 anni ricevono un cofinanziamento pari al 60% della spesa totale, i più anziani fino al 40 o 50%». La Rufo ritiene che il punto di forza dei Gal sia l’attività di tutorato a vantaggio dei vincitori: «Il nostro desiderio è che abbiano successo e i loro progetti vadano a buon fine, anche perché selezioniamo sempre progetti favorevoli per il territorio». La dirigente ha poi illustrato la struttura dei finanziamenti: «I fondi europei per lo sviluppo delle aree rurali scendono sugli Stati membri attraverso i piani di sviluppo rurale, che a loro volta si articolano in piani regionali quinquennali». Non si tratta, però, solo di finanziamenti: «I Gal devono pensare in maniera innovativa, partendo dai bisogni del territorio in cui sono inseriti, per portarvi qualcosa di nuovo». Ha anche spiegato che i Gal fanno parte di reti nazionali ed europee in cui lo scambio di idee ed esperienze è fondamentale. Per questo, modelli già funzionanti in altri paesi dell’Unione possono essere applicati anche in Italia.

Per illustrare questo scambio continuo, la consulente del Gal Verla ha portato l’esempio degli agriturismi: «I piani di dieci anni fa immaginavano che le aziende agricole potessero diversificare la loro attività aggiungendo l’aspetto turistico a quello di produzione agricola. Il nostro Gal, già dieci, dodici anni fa, ha pensato che gli agriturismi potessero erogare anche altri servizi, come le fattorie didattiche o le fattorie sociali. Noi abbiamo sperimentato questa attività nel nostro territorio per poi vedere che il successivo programma regionale aveva recepito questo nostro esempio, allargando questa possibilità a tutte le aziende agricole laziali». Ma gli aspetti critici, ricorda la Rufo, non mancano: «In passato, abbiamo sempre sperimentato nuove strade, ma oggi non è più così: ora i Gal devono applicare nel loro territorio le stesse azioni che la Regione attua nelle altre zone. I Gruppi di Azione hanno così perso il loro elemento innovativo, la loro vitalità originaria e credo che su questo si debba riflettere a livello nazionale».

Il Patto dei Sindaci nel territorio

Il Gal Verla continua, nel frattempo, a tradurre in chiave locale le iniziative europee, innanzitutto attraverso il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (Paesc) che Loreto Policella spiega così: «Si tratta di uno strumento europeo a disposizione dei sindaci per raggiungere gli obiettivi internazionali utili a ridurre le emissioni di CO2». Al centro c’è il Patto dei Sindaci, vale a dire l’iniziativa europea delle città che s’impegnano a perseguire le politiche energetiche comunitarie, riducendo quindi del 40% delle emissioni di gas serra entro il 2030, come prevede il Patto firmato nel 2015. «Aderire è una scelta del consiglio comunale ma l’assunzione di un obiettivo così vincolante implica un salto di qualità straordinario per le amministrazioni locali» ha spiegato Policella. Ma come si svolgono nel concreto le azioni del Paesc? «Per prima cosa, abbiamo fotografato le emissioni di CO2 al 2011 così da stabilire un obiettivo concreto da raggiungere entro i termini europei. Sarebbe molto difficile per queste piccole realtà capire come rispettare le scadenze senza uno strumento simile».

Loreto Policella, presidente di Gal Verla, ha illustrato la realizzazione sul territorio del Patto dei Sindaci
Loreto Policella, presidente di Gal Verla, ha presentato il Patto dei Sindaci e la sua attuazione sul territorio, in particolare con la realizzazione di 64 colonnine di ricarica per le auto elettriche

Nei territori del Gal Verla d’altro canto le emissioni di anidride carbonica sono molto elevate: 52.000 tonnellate, da ridurre almeno di 25.000 unità. «La mobilità cittadina causa il 41% di queste emissioni. In questi piccoli comuni, infatti, i trasporti pubblici sono rari e spesso i cittadini hanno a disposizione solo mezzi di vecchia data, non adeguati alle nuove norme» ha spiegato la dottoressa Rufo. Ed è per questo che una delle macroaree più importanti di cui si occupa il PAESC è proprio quella della mobilità sostenibile: «Ha una grande rilevanza per il nostro territorio – ha spiegato Policella – La diffusa urbanizzazione degli ultimi quarant’anni rende necessario un uso scriteriato dell’automobile, con un consumo di energia di grande impatto. Ecco perché stiamo attivando una serie di azioni nella direzione di modalità sostenibili di trasporto». E tra le prime iniziative c’è l’installazione di una nuvola di centraline per ricaricare i mezzi di trasporto elettrici: saranno 64, divise tra i 32 comuni partecipanti al Gal, collegate tramite una app e inserite in modo armonico nell’ambiente cittadino grazie al loro elegante design. Anche questo progetto sarà finanziato da fondi europei, per un totale di 150 milioni di euro. «Siamo coscienti della scarsità del parco di automobili elettriche nel nostro territorio, quindi non ci aspettiamo grandi risultati per i primi anni. Il nostro obiettivo è raggiungere un effetto benefico maggiore tra il quinto e il decimo anno» aggiunge Policella.

I protagonisti del terzo webinar "Raccontare l'economia circolare"
Un momento del webinar con i rappresentanti del Gal Verla

Il percorso, certo, è ancora lungo: «Il PAESC dà delle indicazioni. Resta difficile far capire alle persone quanto questi problemi li riguardino, quanto influiscano sulla loro salute – ha evidenziato la consulente Rufo – Basta guardare all’attuale pandemia: più si comprendono gli studi, più è evidente che la mortalità è più elevata nelle aree con maggior tasso di inquinamento». Aggiunge Policella: «È importante mostrare ai cittadini la convenienza di questi strumenti ma anche che è possibile tradurre nel concreto queste opportunità di cui tanto si sente parlare in astratto ogni giorno. Per questo, sarebbe importante facilitare la comunicazione tra le amministrazioni locali e i gruppi come il nostro: le difficoltà economiche e finanziarie causano la riduzione del personale tecnico con cui interloquire».

Pensando ai giovani

Infine, i protagonisti hanno ribadito quanto sia importante l’aspetto pedagogico, perché le nuove generazioni crescano consapevoli delle problematiche e delle possibilità offerte dal modello circolare. Molti progetti vedono coinvolti i giovani, perché, come ha ricordato la vicepresidentessa di Cassinogreen, Anastasia Verrelli: «È importante che i ragazzi conoscano il proprio territorio. Anche in questo il Gal svolge un ruolo importante, ad esempio con la campagna sui social network di condivisione degli scatti fotografici dai comuni aderenti all’associazione».

Francesca De Marco

Mi chiamo Francesca. Sono di Sora (FR) e frequento la facoltà di Lettere dell'Università di Cassino. Amo la lettura e la musica, guardare film e serie TV.

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