Recuperare la materia, il secondo webinar di Cassinogreen con Riccardo Viselli e Riccardo Consales
Il recupero di materia al centro del secondo appuntamento di “Raccontare l’economia circolare”, il ciclo d’incontri formativi che organizza Cassinogreen insieme al Comitato di Ateno per lo sviluppo sostenibile dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale, allo Scire-Delega per la diffusione della cultura e della conoscenza e al Circular economy lab dell’ateneo. Ospiti del webinar sono stati il geologo Riccardo Viselli e il consigliere comunale Riccardo Consales.
Marco Fratoddi, docente di Scrittura giornalistica presso il Dipartimento di Lettere a Unicas, ha introdotto la discussione: «Abbiamo organizzato questo ciclo di incontri per mettere a tema tutte le migliori ipotesi di riconversione delle comunità locali e in particolare della provincia di Frosinone verso i modelli sociali ed economici a bassa emissione di carbonio, centrati sul recupero di materia». A seguire Emiliano Venturi, assessore all’ambiente del Comune di Cassino, ha portato i saluti istituzionali, sottolineando anche l’importanza del contributo dell’Università a vantaggio del territorio cassinate: «Il nostro è un territorio a forte vocazione ambientale, serve solo una presa di coscienza diversa, un impegno diverso da parte delle istituzioni e dei cittadini». Il Comune, insieme alle associazioni locali, ha già avviato diverse iniziative ecologiche per lo sviluppo sostenibile dell’intera zona.
La gestione dei rifiuti urbani e le prospettive di sostenibilità
Nucleo centrale del secondo seminario, dopo il primo dedicato all’agricoltura con la lezione del professor Marcello De Rosa, è stato la relazione di Riccardo Viselli, geologo ed esperto di gestione di rifiuti, autore di diversi libri. Viselli ha spiegato come i rifiuti urbani si possano gestire nell’ottica dell’economia circolare. «Per alcuni aspetti, l’economia circolare nella gestione dei rifiuti è già una realtà consolidata» ha esordito. Nel caso di materiali come carta e vetro la coincidenza fra interessi ecologici ed economici ha reso possibile un’attuazione rapida delle pratiche di recupero previste dall’Unione europea. Anche per quanto riguarda il recupero degli imballaggi, l’Italia ha una posizione avanzata rispetto agli obiettivi comunitari: oggi il nostro Paese ne ricicla il 68% rispetto al 70% previsto per il 2035. Per recuperare materia, o almeno energia, sono però necessari nuovi metodi di produzione e nuovi impianti di recupero, così da raggiungere l’obiettivo “zero waste”, “zero scarto”.
«Per passare da un’economia lineare a una circolare servono nuovi impianti, serve un nuovo concetto di progettazione, di ecodesign, di minimizzazione di rifiuti non solo come quantità ma anche come pericolosità. Bisogna anche massimizzare la possibilità che gli stessi possano rientrare nel circolo o senza trasformazioni importanti, come nel caso del vuoto a rendere, oppure riciclandoli con il minor consumo possibile di energia e sostanze primarie» ha spiegato l’esperto.
L’aumento degli impianti resta fondamentale a livello europeo e nazionale per recuperare gli scarti. Gli impianti a digestione anaerobica sono particolarmente importanti per gestire i rifiuti organici: «Questi stabilimenti, che lavorano in assenza di ossigeno, producono il biometano, originato da sostanze organiche ancora oggi attive nella biosfera». La produzione di questo tipo di combustibile può aiutare nella lotta ai cambiamenti climatici. E va implementata soprattutto nelle regioni del centro-sud Italia dove l’assenza di impianti costringe a trasportare i rifiuti verso il nord della Penisola.
Una particolare tipologia di rifiuto urbano sono i RAEE, vale a dire i Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le attività di raccolta sono pagate in parte dai produttori, come accade per gli imballaggi. Esistono però due tipologie di conferimento: l’uno contro uno e l’uno contro zero. La prima prevede la consegna di un dispositivo dismesso al rivenditore senza costi aggiuntivi quando si compie un nuovo acquisto. Nel secondo caso il consumatore può riconsegnare piccoli elettrodomestici rotti direttamente ai grandi negozi, senza doverne acquistare uno nuovo. «Questi due sistemi possono aiutare nell’intercettazione dei piccoli rifiuti elettronici», ma sono ancora poco conosciuti e applicati.
Il geologo ritiene che le strutture di gestione dei rifiuti debbano essere implementate, soprattutto nel centro-sud: «Gli impianti a Trattamento meccanico-biologico presenti non risolvono il problema, anzi i loro prodotti vanno in discarica per il 60%, solo il 10% si può recuperare e il 30% è destinato al recupero di energia. Ritengo che questi impianti diventeranno presto inutili: un’idea potrebbe essere sostituirli con altri al servizio della fazione organica, dato che esistono già sia le strutture sia le aree. Così si potrebbe eliminare anche il trasporto dell’organico e dell’indifferenziato verso il nord».
Infine, Viselli ha evidenziato la sostenibilità degli inceneritori che permettono il recupero di energia: «In Italia ne abbiamo solo 37 funzionanti. Vi abbiamo monitorato un’energia prodotta equivalente al fabbisogno di 2,3 milioni di famiglie: di essa il 51% è energia rinnovabile. Inoltre, l’85% delle scorie che producono si può riciclare già dal 2017».
Alcune esperienze del Comune di Cassino
«Questi processi di sostenibilità non dipendono solo dalle grandi aziende, ma partono proprio dal singolo cittadino» ha ricordato Anastasia Verrelli, studentessa della Facoltà di Lettere Unicas e vice-presidente di Cassinogreen. Infine, l’esperienza dei cittadini di Cassino è stata al centro del successivo intervento del geologo e consigliere comunale Riccardo Consales che ha presentato le politiche e le iniziative attuate dal Comune per ridurre i rifiuti. In particolare, a Cassino sono stati istallati distributori alla spina di acqua e latte. Grazie alla Regione Lazio, inoltre, sta iniziando un processo di educazione per diminuire il consumo della plastica a partire dalle scuole primarie: «L’obiettivo principale è ridurre la quantità di rifiuti che arriva in discarica. Per applicare questa strategia vanno adottate una serie di iniziative su scala comunale e regionale, come l’eliminazione degli imballaggi a monte» ha detto Consales.

I distributori alla spina di acqua e latte, come ce ne sono anche a Cassino, servono proprio a questo: i cittadini usano lo stesso contenitore, possibilmente in vetro e opportunatamente disinfettato, così da limitare la produzione dell’imballaggio monouso. Un’altra, recente iniziativa del Comune di Cassino è stata la partecipazione a una campagna della Regione Lazio per diffondere il concetto del plastic free. Il Comune ha distribuito nelle scuole primarie bottiglie di alluminio per educare i più piccoli all’uso di contenitori riutilizzabili nel tempo.
«È necessario, inoltre, passare a una tariffa puntuale nella raccolta differenziata porta a porta» ha aggiunto Consales. Si tratta di un sistema di tariffazione che permette di imporre una tassa sui rifiuti effettivamente prodotti dalle famiglie. Il Comune dovrà distribuire o nuovi contenitori per il secco residuo o buste dotate di un codice di riconoscimento per identificare ciascun utente. L’operatore potrà leggere il codice e misurare il numero effettivo di volte in cui l’utente metterà fuori i rifiuti. «Si passerà da una tariffa legata ai metri quadri a una tariffa che permetterà di pagare per quanto prodotto». I benefici riguardano l’aumento della quantità di secco residuo raccolto e la conseguente riduzione degli scarti.
Da migliorare resta il trattamento dei rifiuti organici per abbattere i costi. «Sarà molto utile l’investimento che sarà fatto su scala provinciale per poter avere, anche da noi, un impianto di compostaggio, spero di tipo anaerobico per recuperare energia e limitare il peso degli odori». Gli investimenti della Regione sono fondamentali per recuperare questo ritardo: queste strutture sono quasi totalmente assenti nel Lazio.
In conclusione, è stato annunciato il terzo webinar. Lunedì 14 dicembre saranno ospiti due membri del Gal (Gruppo d’azione locale) del Versante laziale del Parco nazionale d’Abruzzo: il presidente e architetto Loreto Policella, che presenterà le colonnine per la ricarica delle auto elettriche, e la dottoressa Tiziana Rufo, Consulente del Gal , che illustrerà le loro attività parlando dell’istituzione del gruppo di azione locale e del Patto dei Sindaci.
L'autore

- Mi chiamo Francesca. Sono di Sora (FR) e frequento la facoltà di Lettere dell'Università di Cassino. Amo la lettura e la musica, guardare film e serie TV.
Ultimi articoli
Primo piano2021.01.07Una borsa di studio per la sostenibilità, l’impegno di Copagri Frosinone e Latina insieme a Unicas
-
Economia2020.12.28Arrivano le colonnine elettriche nel Frusinate, il progetto del Gal Verla
Formazione2020.12.12Recuperare la materia, il secondo webinar di Cassinogreen con Riccardo Viselli e Riccardo Consales
Innovazione2020.11.17Guarcino 2025, un borgo smart e sostenibile