I visitatori in attesa di partecipare all'evento innovativo "Sepolcri", Gaeta (Lt)

Alla scoperta del necroturismo, quando l’arte sta fra i sepolcri

La nuova frontiera del turismo europeo sbarca a Gaeta. Ne parliamo con Lino Sorabella, uno dei promotori dell’evento “Sepolcri” che propone di osservare i cimiteri sotto una luce diversa


Il Necroturismo o turismo cimiteriale ha preso piede negli ultimi anni, suscitando la curiosità di molti. I cimiteri passano da luoghi di tristezza e timore a mete gettonate dai turisti. Dei veri e propri musei a cielo aperto, che proiettano il visitatore in un mondo fatto di lapidi, cappelle e aneddoti, talvolta stravaganti, su personaggi illustri ed umili, entrando in contatto con l’arte, l’architettura e l’iconografia funebre. Un viaggio che, dal Nord Europa, terra dei poeti cimiteriali, raggiunge l’Italia, patria di mausolei e catacombe. Destinazione Gaeta, dove il 31 ottobre e l’1 novembre dello scorso anno si è tenuto un evento organizzato dall’associazione “I Tesori dell’ Arte”, dal titolo evocativo: “Sepolcri, passeggiata nel cimitero monumentale di Gaeta”.

Rievochiamo l’atmosfera di quelle serate attraverso le parole di Lino Sorabella, 46 anni, guida turistica dell’associazione.

 

Pina Sciarra, Maurizio Rata e Lino Sorabella all'ingresso del cimitero di Gaeta
Pina Sciarra, Maurizio Rata e Lino Sorabella all’ingresso del cimitero di Gaeta (Foto: Cosmo Di Schino)

Lino, come è nata l’idea di creare un itinerario turistico in un cimitero?

Personalmente quando posso visito i cimiteri delle città dove vado, in Italia e all’estero. Il cimitero di Gaeta l’ho studiato e fotografato per circa 20 anni. Ho proposto in associazione l’itinerario ed è stato approvato.

Ci parli dell’evento…

Il percorso è stato ideato con un filo conduttore: la morte e la sepoltura. Il tema è stato trattato dagli albori della civiltà fino ai giorni nostri. Rappresentando anche culture diverse dalla nostra. Oltre all’evoluzione delle sepolture dalla preistoria in poi, si è accennato alle tombe romane monumentali, alle sepolture nelle chiese, alle modifiche di ambito francese, all’iter di costruzione del cimitero comunale. Sono stati selezionati alcuni punti d’interesse dove si è potuto narrare la storia della persona o di alcune persone, abbinando al racconto anche testi di letteratura specifici. La sorpresa è stata quella di vedere numerose persone interessate. Ancor oggi c’è chi chiede di partecipare ai prossimi itinerari in tal senso.

L’atmosfera serale unita alle lucette dei loculi ha reso il percorso misterioso o stimolante?

La stessa visita, svolta di giorno, non avrebbe avuto quel fascino del raccoglimento e del rispetto per il luogo, nonostante l’attività prettamente turistica e non di suffragio. Svolgerla di notte ha creato quasi un rito iniziatico di conoscenza verso la morte e verso il luogo, creando chiavi di lettura mai esplorate prima.

Come hanno risposto il pubblico e le istituzioni?

Molto bene, c’è stata una massiccia partecipazione, oltre 100 persone, tra cui diversi bambini e una significativa attenzione da parte dell’amministrazione comunale. Ci è stato già chiesto di ampliare il progetto per l’anno prossimo. Alcuni amici di Formia hanno partecipato alla nostra visita di Gaeta, subito dopo ci hanno chiesto di poter esportare il modello di evento. Saremmo andati noi a proporre nel cimitero di Formia alcune parti generaliste della visita svolta a Gaeta, poi loro avrebbero aggiunto le storie delle persone sepolte in loco.

Quindi si può esportare in tutti i cimiteri della zona?

Bisogna avere conoscenza archivistica della storia del singolo cimitero. Selezionare una serie di tombe che possono avere una valenza e trovare del materiale bibliografico relativo. Il tutto facendo attenzione a non inciampare nel banale o nelle mere dicerie.

L'autore

Massimo Purificato
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" Haec autem ita fieri debent, ut habeatur ratio firmitatis, utilitaris, vetustaris". ( Marco Vitruvio Pollione, De Architectura).

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