Frosinone, arte e avanguardia con la mostra “Maestri del ‘900”
Visitando le sale del Palazzo comunale di Frosinone ci si immerge nella storia e nella cultura della città cominciando dalle radici, che affondano in un passato antico e remoto e sono custodite nel caveau della struttura. Ci ritroviamo nell’antica “Frusino”: Epigrafi marmoree, monete in bronzo, la statua del “Loricatus”. Lontano dagli affanni del presente, osservando le memorie dei nostri antenati e ascoltando chi ci fa da Cicerone, sembra sentire i singhiozzi di chi, colpito dalla “damnatio memoriae” in tempi lontani, ascolti in un angolo la narrazione di una mitica leggenda.
Ci lasciamo trasportare come sul fiume Stige dal nostro Caronte che ora si congeda da noi e ci permette di ammirare il panorama dalla terrazza del Palazzo. Una vista mozzafiato ci lascia senza parole. Lo sguardo annega tra una moltitudine di case e palazzi. Il campanile, vicinissimo, svetta a baluardo della città e le montagne incorniciano il paesaggio ciociaro. Si ritorna al presente ma con gioia nell’animo e con rinnovato stupore.

Un’altra guida ci accompagna per far visita alla Pinacoteca, lo spirito di chi, ormai scomparso, ha vissuto, ha sognato ed ha innovato grazie alla potente azione dell’arte. All’interno dell’esposizione “Maestri del ‘900”, curata da Alfio Borghese, si susseguono le opere di artisti internazionali e di artisti che hanno segnato profondamente la storia del nostro territorio. «La Pinacoteca ospita i grandi maestri della metà del ‘900, artisti famosi e apprezzati che oggigiorno, purtroppo, rischiano di cadere nell’oblio. Lo scopo è quello di educare il visitatore ad un periodo della storia dell’arte italiana che è scarsamente conosciuto» afferma il critico d’arte. Scivoliamo tra un’opera e l’altra, tra mille colori, stili diversi: un albero di Mario Schifano, una natura morta di Giorgio De Chirico, un crocifisso di Salvador Dalì, le linee spezzate di Umberto Mastroianni.
E poi le opere di Gregorio Sciltian, Giovanni Colacicchi, Domenico Purificato, Manlio Sarra, Eliano Fantuzzi, Ennio Calabria, Gianpistone, Novella Parigini, Mario Russo, Enotrio, Alessio Paternesi, Aligi Sassu, Gino Guida, Michele Cascella, Pietro Annigoni, Giovanni Omiccioli. E ancora Andrea Vizzini, Ireneo Janni, Mino Maccari, Franz Borghese, Daniela Romano, Francesco Messina, Alberto Sughi, Patrizia Molinari, Alfio Mongelli, Vittorio Miele, Ettore Gualdini, Vanni Filocamo, Italo Scelza, Massimina Pesce, Juliano Kattinis, Alfio Igliozzi, Luciano Ventrone e Michele Rosa.
Una passeggiata nella memoria come quella descritta dall’artista Gian Carlo Riccardi, presente anche lui nell’esposizione con un’opera onirica e surreale. «Gian Carlo Riccardi era così preciso ed assoluto nelle sue sperimentazioni, da poter realizzare opere e quadri d’avanguardia. È stato una rivoluzione per questa città, pittore ma anche importante regista teatrale, in questa esposizione non poteva mancare» ha spiegato Alfio Borghese.
Quest’ultimo ha constatato un’attiva e positiva partecipazione della cittadinanza. Auspica sempre un maggiore interesse verso questi fenomeni che devono essere «il nostro “petrolio” storico-artistico-culturale, che deve essere costantemente coltivato». La mostra temporanea verrà trasferita in altri tre comuni: dopo essere stata a Boville ed Anagni il 21 novembre sarà visitabile ad Atina.
L'autore

-
Sono nata il 17 Febbraio 1997 a Frosinone. Ho frequentato il
Conservatorio Licinio Refice, studiando per diversi anni pianoforte e
successivamente il Liceo Artistico A. G. Bracaglia di Frosinone. Sono
laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di
Cassino e del Lazio Meridionale. Durante il mio excursus scolastico,
ho avuto modo di entrare in contatto e conoscere direttamente
personalità di spicco e grandi artisti eclettici ed innovativi.
Ultimi articoli
Cultura2023.01.08Le metamorfosi del reale di Fernando Rea
Cultura2022.05.29Le opere del maestro cassinate Vittorio Miele, come scavo impietoso nei solchi della memoria
-
Cultura2021.11.20Frosinone, arte e avanguardia con la mostra “Maestri del ‘900”
Cultura2019.03.29Auguri, Terence Hill. Una vita nel film “Il mio nome è Thomas”