La conversazione con Lamberto Fabbri, da Il Cenacolo delle Arti di Faenza al suo impegno per l'ambiente

Dialogando con Lamberto Fabbri, fondatore del Cenacolo delle arti di Faenza

Il Cenacolo delle Arti di Faenza è una realtà ricca di spunti. Vede protagonisti dal ’92 autori, musicisti, poeti di fama mondiale, confluiti tutti nella grande realtà voluta da figure come Lucio Dalla, Dino Gavina, Giorgio Celli, Pietro Bellasi. Abbiamo voluto intervistare il direttore ed editore di questa preziosa realtà, Lamberto Fabbri.

 

 

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Come e quando nasce il Cenacolo delle Arti, che colleziona una schiera prestigiosa di autori di cui finora personalmente avevo letto solo nei libri di letteratura italiana, quali Edoardo Sanguineti, Mario Luzi, Attilio Bertolucci, Andrea Zanzotto?
Le radici affondano nel 1992, quando nacque il Circolo degli artisti. Vincenzo Lega, caro amico architetto che poi prese con me la presidenza, mi fece vedere un vecchio granaio del ‘600 a Faenza e pensai che fosse uno spazio molto bello per farci una “galleria”, un luogo d’incontro per gli artisti. Il Circolo nasce e cresce in fretta, e vede passarci figure come Pietro Bellasi, Giorgio Celli, lo stesso Vittorio Sgarbi. Con Alberto Cappi decidemmo di fare la collana di poesie “Nightingale’s” a cui hanno aderito Luzi, Zanzotto, Cardenal e poeti paraguaiani dallo stile e cultura molto interessanti. Nasce poi il jazz all’interno del Circolo e colleziona nomi importanti, dei maggiori musicisti da tutto il mondo, Art Farmer, Johnny Griffin, Andrew Hill, personaggi leggendari. Abbiamo realizzato mostre in tutto il mondo, tra i maggiori il ceramista Spagnulo, il maestro Nagasawa… Il Circolo poi fu chiuso e io lo portai avanti come Cenacolo delle Arti, che oggi vede protagonisti Davide Rondoni, Roberto Mussapi, Giovanni Gastel, Sean Henry, Joan Crouse.

 

Il logo de Il Cenacolo delle Arti di Faenza nato nel lontano 1982
Il Cenacolo delle Arti di Faenza è una preziosa realtà culturale. Nato nel lontano 1982, oggi riunisce importanti personalità letterarie, artistiche e intellettuali

 

Il Cenacolo delle Arti rappresenta allora una prosecuzione del “Circolo degli Artisti”. Il Cenacolo non ci sarebbe se non ci foste stati voi che, in vecchio granaio, discutevate d’arte sorseggiando vino. Cassino Green è una realtà locale che “guarda” all’ambiente e alla salute della Terra, e muove il suo sguardo “verde” sul Lazio Meridionale. L’ambiente è un tema che mi sta particolarmente a cuore: ricordo il Premio Nazionale di poesia “Innesto”, datomi a Bologna l’anno scorso, che poneva al centro la sensibilizzazione verso l’ambiente e alla salus della Madre Terra. Davide Rondoni, amico in comune, pose al centro una nuova parola, inventata: “sostanziabilità”, che univa la sostenibilità a una condizione più “umana”, riferendosi alla necessità di una salvezza che non sia solo “fisica” ma anche dell’anima e intellettuale. Quanto questo periodo ha fatto “tramontare” la nostra salvezza interiore? Come ci si può ricordare del bello, della poesia, dell’ambiente e dell’amore verso il prossimo in un momento tanto buio?
L’ambiente è sempre stata una priorità nel mio cuore. L’azienda della mia famiglia è stata la prima qui a lavorare con impatto ambientale zero, prima ancora che arrivassero gli aiuti europei , con il conseguente carico economico enorme sulle nostre spalle. Presentai la Rainforest Foundation di Sting nell’aula Magna con Franca Sciutto, allora presidente mondiale di Amnesty International, grande personalità. Non potendo venire Sting quel giorno per problemi lavorativi, venne sua moglie Trudie Styler . C’erano anche un Premio Nobel alla poesia svedese, la TV, e oltre 1.200 persone riempirono quell’aula, insieme a centinaia di piante tropicali. Con Sting resta un’amicizia, ricordo anche Bruce Springsteen, che lo seguiva ovunque condividendo le sue idee. Poi è arrivato anche padre Angelo Pansa, ma quella è un’altra storia. Tengo molto al mio giardino, nel mio piccolo, e conosco il nome delle foglie quando cadono. Resto un quarto d’ora a guardarlo, ogni giorno. Quando vedo certe brutture di cemento che deturpano l’ambiente sento una sofferenza nel cuore. C’è una condizione intellettuale dell’anima nel contemplare la natura, come dici tu, che non è solo fisica o fenomenica. Tuffarsi in un fiume, per esempio, ti fa sentire parte di un tutto, muove in te un senso di partecipazione all’universo. Come quando guardi le stelle, anche. Tutto concorre al bene e ci sarà un futuro luminoso, secondo me, si chiude una porta e si apre un portone… Dio non può lasciare che il suo Creato vada distrutto. Ho fiducia. Ci sono dei giovani, come anche te, che sono attenti a queste tematiche e questo mi dà speranza.

 

Guarda la videointervista con Lamberto Fabbri

Una personalità molto importante e dalla vita piena di avventure, che è legato a lei e al nostro mondo, è Padre Angelo Pansa. Ha trascorso la vita a battersi per i diritti umani e la giustizia nel mondo, viaggiando di continuo e rischiando la morte tra taglie sulla sua testa e persecuzioni. Penso al suo impegno in Amazzonia: lì si batté molto per i diritti umani e ambientali (che poi sono fortemente collegati!) L’“Operazione Xavante”, per esempio: un progetto che si propose di ricostruire la copertura vegetale delle aree degradate in Amazzonia, attraverso programmi di ri-produzione e ri-piantumazione delle essenze originali della foresta pluviale. Un piano anche ambizioso che voleva garantire una permanenza più sicura delle comunità indigene nei loro territori. Quanto può esserci d’esempio una personalità come padre Angelo Pansa?
Persone come padre Angelo e prima ancora come Franco Asciutto sono di grande esempio. Padre Angelo è una figura particolare, dalla vita piena di avventure e scompigli. Si è battuto di notte e giorno per questo tema, e di continuo mi invia email e lettere da tutto il mondo: adesso sta cercando di portare Bolsonaro in tribunale. E’ riuscito già a farlo condannare in Brasile. Sta lavorando ai suoi Diari, per esempio c’è quello in Congo: scrive tutto ciò che fa e lo testimonia. Credo fermamente che questi siano esempi a cui guardare, testimoni concreti che contano più di tante parole scritte. Possiamo portarlo anche a Cassino, insieme a Valerio Massimo Manfredi (lo scrittore ha scritto un romanzo basato sulla storia vera di Padre Angelo Pansa: “Quinto comandamento”, Mondadori, 2018, ndr). C’è un “oltre” in tutto questo, nei viaggi e nella avventure di personaggi come Padre Angelo Pansa. C’è un “oltre” sempre in quelle che sono le loro preghiere.

Leggi anche “Asia Vaudo, giovane poetessa di Cassino, si racconta: La mia scrittura per l’ambiente”

L'autore

Asia Vaudo
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Nata nel 1998 a Cassino, amo la scrittura e la letteratura.
«Miei segni particolari: incanto e disperazione» (W. Szymborska)

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Nata nel 1998 a Cassino, amo la scrittura e la letteratura. «Miei segni particolari: incanto e disperazione» (W. Szymborska)

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