Sulla provincia di Frosinone il 50% di pioggia in meno
Mandorli in fiore, almeno in Sicilia. Albicocchi e peschi che si risvegliano. Primavera in anticipo, per rubare un titolo a Laura Pausini. Il nuovo anno si è aperto con un caldo anomalo che ha provocato la fioritura prima del tempo degli alberi da frutto. Ma non solo. L’Unità di ricerca per la climatologia e la meteorologia applicate all’agricoltura (Cma), oltre a temperature di 3.3 gradi superiori alla media, rivela su sala nazionale circa un terzo di precipitazioni in meno. Confermando l’allarme siccità: «Si aggrava una situazione già compromessa, il 2017 si è classificato in Italia come l’anno più secco dall’Ottocento. La mancanza di acqua si fa sentire soprattutto nelle campagne dove le piante da frutto in fase di rigonfiamento delle gemme o già fiorite per effetto del caldo hanno bisogno di acqua – commenta la Coldiretti – Ma in sofferenza c’è anche il frumento ed a rischio ci sono le semine ed i trapianti primaverili come il mais e gli ortaggi”.
Una drastica riduzione della piovosità si è registrata in particolar modo nel Meridione con cali del 45%. Anche il nostro territorio è vittima del fenomeno: i dati sulla provincia di Frosinone mostrano durante le tre decadi di gennaio rispettivamente 16.9, 18.1 e addirittura 3,5 millimetri di piovosità contro una media che dovrebbe aggirarsi fra i 24 e i 27. A conti fatti su scala mensile la media è stata di 38,5 millimetri contro i 79 attesi dalla media, come dire: la metà della pioggia in meno. Si aggrava, insomma, il quadro emerso nei mesi precedenti, sin dall’estate scorsa, tanto da indurre la Regione Lazio a riconoscere poche settimane fa lo stato di calamità naturale con circa 57 milioni di euro da destinare al Frusinate e alla provincia di Latina. «Abbiamo vissuto un’estate drammatica, con un bilancio di perdite, di danni, coltivazioni distrutte, aziende costrette a indebitarsi, per la pressoché totale compromissione del reddito previsto e per l’aggravio dei costi derivati dall’irrigazione di emergenza, con l’attivazione di prestiti e mutui per reggere l’urto e scongiurare la chiusura» commentava Vinicio Savone, presidente della Coldiretti provinciale.
Il climatologo del Cnr, Antonello Pasini, spiega gli effetti dell’aumento delle temperature
Impressionante il calo delle precipitazioni su scala decennale: siamo passati, sempre all’interno della provincia, da 1059.9 millimetri del 2008 ai 606.9 del 2017, con un’interruzione della secca nel 2013 e 2014 (rispettivamente a 1.168,6 e 1099,5) a fronte di una media di circa 903 millimetri. Gli agricoltori hanno riscontrato problemi nei raccolti: già nello scorso anno la mancanza di cibo e acqua ha provocato una moria delle api e, di conseguenza, una scarsa produzione di miele d’acacia. Il tutto a danno dei consumatori, che hanno constatato un aumento dei prezzi. E il rischio è che le alterazioni climatiche presentino il conto con i fenomeni estremi, rovinosi sia per le coltivazioni, sia per il resto del territorio esposto al rischio idrogeologico.
I dati sull’agrometeorologia del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali