Giotto è fra noi. A Boville Ernica un affresco da valorizzare
Spunta tra le valli del Liri e del Sacco, i due corsi d’acqua che attraversano la provincia di Frosinone, una piccola fortezza medioevale, sorta attorno al X secolo, che oltre a mantenere l’aspetto architettonico originario, al suo interno custodisce un tesoro assolutamente da scoprire: Boville Ernica e il suo “Angelo di Giotto”. Sì, proprio il Giotto Di Bondone che si studia in storia dell’arte, di cui qui si conserva un prezioso mosaico. Abbiamo chiesto allo storico e critico d’arte, Marco Tedesco, profondo conoscitore del patrimonio conservato nel Lazio meridionale e socio dell’Associazione Rinascita Artistica del Mezzogiorno, di accompagnarci alla scoperta di questo bene culturale che ancora pochi conoscono.

Ci inquadri la storia del nostro “Angelo”…
Per inquadrare la storia di questo mosaico dovremmo metterci comodi su una macchina del tempo e arrivare agli inizi del 1300, uno dei secoli più importanti per la storia dell’arte. Innanzitutto, l’opera di cui trattiamo è un mosaico che raffigura un angelo e si trova all’interno di una delle chiese di Boville, San Michele Ispano. Il nome dell’artista invece è legato solitamente ad ambienti come Assisi, Firenze, Napoli, Padova, ma agli inizi del XIV secolo viene chiamato a Roma dal cardinale Jacopo Stefaneschi – in realtà il vero nome era Jacopo Caetani Degli Stefaneschi – Questo denota già un legame con il nostro territorio, poiché il basso Lazio a quel tempo era governato dalla famiglia Caetani, dalla quale discendeva anche Papa Bonifacio VIII (Benedetto Caetani), probabilmente Jacopo era un suo nipote. Proprio Bonifacio VIII fu il primo a chiamare Giotto a Roma in occasione del giubileo, infatti gli dedicherà anche un ritratto posto in San Giovanni in Laterano, seguito dal Polittico Stefaneschi. Il mosaico eseguito da Giotto serviva ad ornare alcune parti della navata centrale della Basilica di San Pietro, in realtà questo di Boville è solo un frammento di ciò che doveva essere all’ epoca, infatti un suo angelo gemello attualmente si trova nelle grotte Vaticane.
Come è arrivato questo mosaico a Boville?
Agli inizi del ‘600 papa Clemente VII aveva avviato i lavori di rifacimento della Basilica di San Pietro, quindi decise di donare alcuni cimeli dell’antica Basilica ai suoi più stretti collaboratori tra cui c’era il cardinale Jacopo Simoncelli, originario di Boville, che aveva una cappella all’interno della chiesa di San Michele Ispano.. Volle quindi esporlo prima alla venerazione privata e poi pubblica. Ecco come un piccolo centro abitato come questo si trova ad avere un vero e proprio autentico tesoro artistico.

Quando si trovava nella Basilica di San Pietro era così come lo vediamo a Boville?
No, si trovava nella navicella degli Apostoli: al lato destro c’era l’Angelo di Boville, al centro un mosaico raffigurante la salvezza di Cristo e a sinistra l’angelo “gemello”, ma sappiamo di ciò grazie ad una raffigurazione dell’artista aretino Parri Spinelli, vissuto tra la fine del 1300 e la prima metà del secolo successivo.
Cosa ce lo farebbe attribuire a Giotto anche solo artisticamente parlando?
Per prima cosa notiamo lo sguardo fisso e il movimento della testa verso la destra dello spettatore. Infatti, gli Angeli raffigurati avevano il dovere di rappresentare l’uomo del tempo per raccontare meglio ciò che era descritto nei Vangeli, ecco il motivo per cui personaggi divini rappresentati in quell’epoca avevano sembianze molto umane.

Perché non è proprio dei migliori fatto che si trovi in una chiesa non sempre accessibile al pubblico?
Le chiese dovrebbero essere musealizzate, perché l’arte non deve essere alla mercé di pochi ma accessibile a tutti. L’arte è un bene di tutti. Bisogna cominciare ad essere turisti della propria città.
Cosa si potrebbe fare per valorizzare questo bene?
Ciò che si potrebbe fare spetterebbe all’ufficio culturale della diocesi creando magari percorsi guidati appositi per turisti che vogliono visitare non solo l’Angelo ma tutto il complesso della Chiesa. Sono sicuro che anche gli altri spazi della chiesa custodiscono qualcosa di importante.
Con quale augurio vuole salutarci?
Valorizzate ciò che avete “in casa” perché è così che inizia il percorso per conoscere ciò che è altrove.
L'autore

- Sono una Studentessa di lettere moderne presso l’università di Cassino. Nata il 29/12/2000 ad Alatri e residente in Isola Del Liri, appassionata di letteratura , storia dell’arte e scrittura in continua ricerca di elementi culturali spinta da una forte curiosità.