Gli Usa nella morsa del clima e degli incendi. E la sfida per la Casa Bianca entra nel vivo
Il coronavirus continua a preoccupare gli Stati Uniti. Ma non è, purtroppo, l’unico grattacapo del paese: infatti, mentre la pandemia si estende a macchia d’olio, l’uragano Laura ha minacciato le coste della Louisiana e del Texas e gli incendi devastano la California. In questo clima rovente la repubblica federale si prepara alle elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre e tutto fa pensare che questi temi, insieme alle tensioni sociali sociali che conseguono al caso Floyd e al più recente ferimento di Jacob Blake, saranno di grande attualità durante le prossime settimane. A partire dal problema del global warming che durante l’ultimo semestre, complici le altre emergenze, era finito in secondo piano e che Laura ha contribuito a riportare in primo piano. Definito come uno dei più forti della storia, l’uragano è “atterrato” vicino Cameron, in Louisiana, all’una di giovedì notte, superando la velocità del vento all’approdo scaturito da Katrina (2005).
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Considerato inizialmente come una tempesta di categoria 4, ha sprigionato una raffica a 150 miglia all’ora, generando un alto muro d’acqua. Per fortuna però, più di 1,5 milioni di persone nelle regioni costiere hanno lasciato la zona in tempo, su indicazione delle autorità. Il Nation Hurricane Center teme il fenomeno, descritto come «pericoloso per la vita» ed avverte che la minaccia potrebbe estendersi fino a 30 miglia nell’entroterra nel sud-ovest della Louisiana e nel sud-est del Texas, provocando gravi danni. Rilevante il dato sull’indebolimento dell’uragano: da quando Laura ha toccato il suolo la sua forza è diminuita, trasformandosi in una tempesta di categoria 2 con venti però ancora di 110 miglia all’ora. Si prevede che la sua intensità possa pian piano scemare, fino a diventare prima una tempesta tropicale, poi una depressione tropicale, dirigendosi così, innocua, verso il Canada. Comunque, per ora, resta il rischio di inondazioni improvvise causate dalle forti piogge.
The @NASA / @JAXA_en GPM satellite flew over #HurricaneLaura last night at 10pm CT shortly before landfall, capturing this 3D data on the structure and intensity of precipitation within the storm. Learn more: https://t.co/Od3I2HYGvX pic.twitter.com/URACrNKFlU
— NASA Precipitation 🛰️⛈️ (@NASARain) August 27, 2020
E mentre le regioni centromeridionali del paese si riparano da Laura, la California affronta il problema delle fiamme. Lo stato più popoloso della federazione sta cercando di contenere due grandi incendi, chiamati SCU (Santa Clara Unit) e LNU (Lake Napa Unit), considerati il secondo ed il terzo più estesi della storia della California. Le cause sono da ricercare nei temporali senza pioggia, ricchi, invece, di pericolosi fulmini, mentre le zone più colpite sono situate tra le città di San José e Santa Rosa, lungo la catena costiera. Anche la Nasa si sta interessando del fenomeno e risulta preoccupata dai circa 5.700 incendi che hanno colpito queste aree nel 2020, bruciando quattro volte il suolo devastato nel 2019. Purtroppo, la situazione non sembra migliorabile a breve, anche a causa del clima caldo e secco.
Nel frattempo, migliaia di vigili del fuoco non demordono e rischiano, ogni giorno, la vita, con l’obiettivo di porre fine a quest’inferno. Ma ad aggravare la situazione degli Stati Uniti c’è senza dubbio la Covid-19: gli Usa sono infatti il paese con il maggior numero di infezioni e decessi, con oltre 5,7 milioni di casi e circa 177 mila morti. E, sfortunatamente, i dati sono ancora in crescita. A conferma che per il prossimo presidente, chiunque esso sia, queste problematiche non potranno certo essere considerate marginali.
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