La schiuma sul fiume Sacco

Il Sacco fa paura

Roberto Caligiore, sindaco di Ceccano
Roberto Caligiore, sindaco di Ceccano

Il fiume Sacco, che attraversa la provincia di Frosinone, è coperto da una schiuma bianca. Le cause risiedono nella reazione ad uno sversamento straordinario e sostanzioso di detergenti ed emulsionanti, come appurato dall’Agenzia regionale protezione ambientale del Lazio (Arpa). I campioni hanno rilevato la presenza di tensioattivi, degli agenti inquinanti, in concentrazione superiore otto volte il limite consentito.

Secondo l’Arpa Lazio la schiuma bianca sarebbe causata da uno sversamento avvenuto fra il 23 e il 24 novembre. La procura di Frosinone ha aperto un’inchiesta per disastro plurimo coordinata dal procuratore Giuseppe De Falco. I Carabinieri forestali, insieme ai tecnici dell’Arpa, hanno analizzato anche le zone più a nord del fiume, all’altezza di Ceccano, risalendo sino al corso dell’Alabro dove sono state trovate tracce degli stessi solventi, restringendo in questo modo l’area interessata dallo sversamento.

Roberto Caligiore, sindaco di Ceccano, dalla sua pagina Facebook spiega che “ci sono aziende criminali che sversano nel fiume Sacco e nel depuratore Asi (l’Area sviluppo industriale, ndr) di Frosinone e siccome il depuratore non può trattare queste sostanze queste passano al fiume creando la schiuma”. I Forestali hanno trovato in effetti all’altezza del depuratore del Consorzio Industriale Asi della Valle del Sacco un tubo che consente di superare l’ostacolo del depuratore e scaricare in acqua il materiale inquinante. Dopo questa scoperta, gli inquirenti hanno indagato sulla posizione di almeno venti aziende della zona e analizzato i loro scarichi, molti dei quali abusivi, lungo le rive del Sacco e dell’Alabro. Appartengono tutte all’Asi.

E’ a rischio tutto il sud della regione, come spiega il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi: “Il fiume Sacco oltre a ricevere affluenti come l’Alabro, si immette nel corso del fiume Liri che poi arriva nel Garigliano, fiume che solca il confine tra Lazio e Campania e sfocia nel mar Tirreno a Minturno. Un bacino idrografico che è il secondo del Lazio”. Quando nel 2006 furono ritrovate decine di carcasse di mucche lungo le rive del fiume, il governo Prodi nominò l’allora presidente della Regione, Piero Marrazzo, commissario dell’emergenza, versando nelle casse regionali almeno 20 milioni di euro di fondi per la bonifica, mai partita. L’attuale governatore Nicola Zingaretti ha dichiarato che dopo un declassamento negli anni passati sono riusciti ad ottenere il riconoscimento di Sin (Sito di interesse nazionale) e che la giunta regionale convocherà un tavolo con tutti gli attori istituzionali competenti per coordinare al meglio le iniziative da intraprendere.

“Per i Sin (Siti di interesse nazionale, fra i quali la Valle del Sacco, n.d.r.) abbiamo già firmato 40,8 milioni di euro per l’avvio delle bonifiche, che è già una cifra significativa per partire. Aspettiamo i progetti della Regione Lazio – ha detto dal canto suo il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, rispondendo a un’interrogazione del deputato Riccardo Ricciardi (M5S) – Il Ministero finanzia e coordina, ma chi progetta è la Regione”. E c’è molta attesa per l’incontro fra Costa e i 19 sindaci dei comuni interessati preannunciato dallo stesso ministro:

“Ci sta a cuore la situazione del Sacco, ma anche della valle, considerando che di recente ho firmato il Piano per la qualità dell’aria per i 19 Comuni, insieme alla Regione”.

Nel frattempo in Ciociaria l’allarme cresce: durante le ultime settimane gruppi di volontari si sono organizzati per vigilare lungo il corso d’acqua per segnalare alle autorità gli episodi schiumogeni. “Ci siamo organizzati come coordinamento non per sostituirci alle istituzioni ma per dare un aiuto – spiega all’agenzia Dire Patrizia Bucciarelli del Coordinamento interprovinciale Ambiente e Salute Valle del Sacco e Bassa Valle del Liri – Gli episodi più eclatanti sono stati due: quello del 2 novembre e un altro, qualche giorno fa (l’inizio di dicembre, ndr) , ma ne abbiamo avuti tanti anche nei mesi precedenti. Il fiume Sacco sembrava ricoperto di una coltre di neve, non possiamo continuare così”. Mentre prosegue la mobilitazione per istituire il “Registro tumori” in provincia di Frosinone, già legiferato dalla Regione Lazio ma mai entrato in funzione:i volontari della task force “Allerta Valle del Sacco” hanno già raccolto migliaia di firme e invitano sabato 15 dicembre le famiglie colpite da questa grave patologia e tutti i cittadini della provincia ad esporre un lenzuolo bianco in segno di solidarietà.

Dichiarazione della Coordinatrice Interprovinciale Ambiente e Salute Valle del Sacco e Bassa Valle del Liri Patrizia Bucciarelli 

La schiuma rappresenta, insomma, solo la manifestazione visibile di qualcosa che è stato gettato nel fiume. Ma è solo grazie a questa se i cittadini stanno cominciando finalmente a mobilitarsi.

L'autore

Anastasia Verrelli
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Avida esploratrice della vita, le caratteristiche che più mi distinguono sono la curiosità e l’ambizione, che mi spingono sempre a dare il meglio e a scovare la verità.

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