Il castello di Mola (ph Salvatore Ciccone).

La via Appia nel Borgo di Mola. Una deviazione che portò sviluppo e progresso

I mulini sorti in epoca medievale lungo l’antica via Appia, all’altezza di Mola, un rione marinaro di Formia, portarono all’abbandono del tratto originale? Quanto la fortezza che sorge ancora oggi sul posto influì sul nuovo percorso? È un interrogativo storico che riguarda la “regina viarum” , candidata pochi mesi fa a diventare Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, proprio al quale abbiamo provato a rispondere.

Il percorso, dall’età imperiale all’Alto Medioevo

La Regina Viarum costituì nella città di Formia il decumanus maximum, la strada principale che la divideva in due da ovest ad est, dove con una svolta verso nord dirigeva in direzione di “Minturnae” sul fiume Liri attuale Garigliano. Questo era il percorso originale di epoca romana, che si alterò a seguito delle ripetute incursioni barbariche e poi dei pirati Saraceni intorno alla metà del IX secolo e alla formazione ex novo del borgo di Mola, sorto nell’area orientale del porto romano. In realtà questi avvenimenti determinarono solo in parte l’abbandono del tracciato classico, il decumano rimase invariato mentre la parte orientale subì una profonda trasformazione.

l'architetto Salvatore Ciccone.
L’architetto Salvatore Ciccone.

Quali furono allora le cause che portarono allo stravolgimento del percorso?

Smottamenti e mulini

Seguendo gli studi e le ricerche effettuate da Salvatore Ciccone, architetto e cultore della via Appia, apprendiamo che il nome Mola deriva dal latino e significa “macina”, in riferimento a quelle dei mulini che, essendo il territorio ricco di corsi d’acqua, erano mosse da ruote idrauliche con fiorente attività. La posizione di questi edifici cambiò proprio a seconda dello spostamento dell’asse viario, se nel X secolo troviamo alcuni mulini a sud dell’Appia romana, nel XIV secolo verso sud vengono menzionati sul lato nord della medesima, segno che il tracciato, in parte impantanato e franato, viene abbandonato, per usare la strada interna del borgo marinaro.

 

Pianta corografica del Borgo di Mola tra X e XVIII secolo (disegno di S. Ciccone): il nero pieno evidenzia le sorgenti principali, i corsi d'acqua e la linea di costa, il tratteggio indica i percorsi dismessi, A, Porta della Spiaggia(seconda metà del cinquecento), B, Castello di Mola, C, acquedotto romano. Mulini: 1, di Follino, 2, di Armenia( Majorino), 3,del Toro (Portone Vecchio), 4, 5, 6 ( Orto del Re-Strettola) Zoppella, Pampilino e della Stretta, 7, della Palude, 8, S. Giorgio, 9, 10, Maggiore e Minore,11, de Fore, 12, del Fiumicello. Scorcio del Gran Formale presso i mulini con bacino, chiuse e scivolo di accellerazione (da Mattej, 1840 ca.).
Pianta corografica del Borgo di Mola tra X e XVIII secolo (disegno di S. Ciccone): il nero pieno evidenzia le sorgenti principali, i corsi d’acqua e la linea di costa, il tratteggio indica i percorsi dismessi, A, Porta della Spiaggia(seconda metà del cinquecento), B, Castello di Mola, C, acquedotto romano. Mulini: 1, di Follino, 2, di Armenia( Majorino), 3,del Toro (Portone Vecchio), 4, 5, 6 ( Orto del Re-Strettola) Zoppella, Pampilino e della Stretta, 7, della Palude, 8, S. Giorgio, 9, 10, Maggiore e Minore,11, de Fore, 12, del Fiumicello. Scorcio del Gran Formale presso i mulini con bacino, chiuse e scivolo di accellerazione (da Mattej, 1840 ca.).

Il nuovo insediamento

La stessa pianta urbana dell’insediamento, imperniata su questa via interna, assume una forma a “L”. Partendo dal tracciato originario sull’attuale via della Conca, la strada tagliava al Maiorino, passando per l’attuale via Abate Tosti, e quindi ricongiungersi nei pressi del ponte sul rio Fresco.

Ultime trasformazioni

Un altro fattore su cui soffermarsi è quello difensivo, quando verso la fine del XIII secolo fu edificata la fortezza di Mola. Onorato Gaetani d’Aragona, dodicesimo conte di Castelmola e proprietario del maniero, nel 1886 ne scrisse la fondazione: “Correva l’anno 1289, allora che Re Carlo II d’Angiò, visitando Gaeta ed ordinando l’ampliazione di quel Castello, ordinò di costruirsi in Mola un fortilizio che, mentre tutelasse quelli abitanti, servisse di pari tempo d’antemurale, ossia di forte avanzato alla difesa della città”. Coeva alla fortezza è l’edificazione di due porte, una accanto al castello e l’altra posta a settentrione, all’imbocco fra l’Appia romana e il tracciato medievale, tutto ciò rese omogeneo e ben inquadrabile la nuova strada che, con la presenza dell’avamposto e l’operosa attività dei mulini, garantì la nascita di una nuova identità civica e dinamica ancora oggi parte integrante del rione formiano.

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Massimo Purificato
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" Haec autem ita fieri debent, ut habeatur ratio firmitatis, utilitaris, vetustaris". ( Marco Vitruvio Pollione, De Architectura).

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