Trama Aurunca, la natura ispira la moda. Intervista alla stilista Lisa Tibaldi
Lisa Tibaldi, originaria di Santi Cosma e Damiano (Lt), è una stilista nota a livello internazionale che ha voluto far conoscere le bellezze dei suoi territori con la collezione “Trama Aurunca”. L’ispirazione è nata dai meravigliosi colori dei Monti Aurunci, dagli odori delle erbe aromatiche ma soprattutto dalla stramma e dall’antica arte con cui questa pianta spontanea si lavora ad intreccio. L’intreccio, la trama aurunca appunto, ha dato anche il nome alla mostra che si è tenuta dal 30 Marzo al 10 Aprile presso il Museo delle civiltà e delle tradizioni popolari di Roma. Questo evento ha riportato in vita una cultura dimenticata ed ha dimostrato quanto l’artigianato sia una parte fondamentale della nostra cultura.
Come è nata questa idea?
Volevo partecipare ad un concorso internazionale di moda molto importante e cercavo un’ ispirazione del mio territorio, proprio per accentuare l’originalità e la tipicità delle mie creazioni.
Perché ha scelto di utilizzare la stramma?
Durante una delle mie passeggiate sui nostri Monti Aurunci, mi sono imbattuta in un bellissimo cespuglio di stramma rigoglioso, folto che mi ha subito ispirato una gonna. Da lì è iniziato un percorso di ricerca sul materiale, sul suo utilizzo e la sua lavorazione tradizionale che mi ha portato a contattare il Parco Naturale dei Monti Aurunci che, ad Itri, ha un laboratorio di arti e mestieri antichi con degli artigiani della stramma.
Quale messaggio ha voluto comunicare con questa collezione?
Il mio è stato un dono, un omaggio alla mia Terra, alle mie radici, ai miei ricordi di bambina e contemporaneamente uno stimolo a vedere le cose con occhi diversi, nuovi. Tutto ciò che appartiene alla nostra tradizione può essere rinnovato e reso contemporaneo.
Dove ha preso l’ispirazione per creare i modelli?
La collezione si compone di capi di abbigliamento in tessuto, ispirati dai colori del Parco, con giochi di intrecci ispirati dalla lavorazione della stramma, gli accessori realizzati in stramma con inserti di tessuti e accessori fashion sono frutto di ricerca e studio di nuove tecniche di lavorazione della materia e di una volontà di qualificarla a materiale prezioso, in quanto artigianale, e poi ci sono i due abiti scultura realizzati interamente in stramma su base di tessuto ispirati e dedicati rispettivamente alla pianta in quanto tale ( il famoso cespuglio che avevo visto) e alla lavorazione di cesteria.
Quale tipo di aiuto le istituzioni potrebbero offrire ad artigiani eco-designer come lei per far sì che sviluppino sempre nuove idee in difesa dell’ambiente?
Ce ne sono almeno tre che a mio avviso sarebbero necessari. Il primo è la possibilità di fare sperimentazione e ricerca a costo zero o comunque a basso costo. L’esperienza con il Parco in questo senso è stata utilissima poiché ho potuto contare sulla loro predisposizione alla ricerca e quindi confrontarmi e sperimentare con i loro artigiani, oltre che con il mio team. Poi varare forme di supporto per la produzione dei manufatti, con incentivi, piuttosto che magari la realizzazione di un marchio territoriale o etico che contraddistingua e dia valore all’artigianalità eco-sostenibile e di territorio. Importantissimo, infine, un supporto vero sulla comunicazione per diffondere e far comprendere la particolarità delle produzioni, la storia, il lavoro che c’è dietro a tutto ciò, la positività di una creatività ecologica. Comunicazione che dovrebbe superare la territorialità in una visione più internazionale.
L'autore

- Avida esploratrice della vita, le caratteristiche che più mi distinguono sono la curiosità e l’ambizione, che mi spingono sempre a dare il meglio e a scovare la verità.
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