Cosa succede nel resto del mondo?
Mentre qui in Italia tutto è in standby, l’Amazzonia e l’Australia stanno rinascendo dalle loro stesse ceneri, diffondendo un messaggio di speranza e dimostrando che ci si può rialzare dopo ogni sconfitta, più forti di prima.
Una sentenza storica blocca lo sfruttamento petrolifero delle terre degli indigeni peruviani.
Tre anni fa l’Organizzazione Regionale dei Popoli Indigeni dell’Est aveva richiesto la sospensione delle autorizzazioni concesse al Governo per la realizzazione di 3 pozzi di estrazione petrolifera nella regione di Loreto, nell’Amazzonia settentrionale del Perù.
Il Ministero per l’energia e le miniere del Perù e la compagnia Perupetro avevano infatti pianificato di sviluppare zone petrolifere nel Parco Nazionale della Sierra del Divisor, sede di gruppi indigeni che vivevano in isolamento volontario. Il progetto avrebbe minacciato la sopravvivenza delle comunità oltre ad inquinare e a disboscare zone forestali. Già nel 2014 una fuoriuscita di petrolio aveva contaminato diversi corsi d’acqua e molti indigeni furono costretti a spostarsi per ricevere assistenza dopo avere bevuto acqua contaminata. Dal 2015, grazie alle esortazioni dell’IDL, il governo peruviano prevede maggiori tutele per la regione.

Ma arriviamo a quest’anno… La Corte di Giustizia dell’Institute of Legal Defense (IDL) ha finalmente stabilito che il Governo deve escludere le regioni abitate dalle popolazioni indigene dell’Amazzonia da qualsiasi esplorazione e sfruttamento petrolifero, aggiungendo che lo Stato del Perù deve stabilire una zona di protezione nell’area amazzonica in questione.
È una sentenza storica e l’avvocato dell’IDL Maritza Quispe afferma: “È la prima a favore degli indigeni peruviani in isolamento volontario contro le compagnie petrolifere. Quasi il 98% del territorio degli indigeni in isolamento volontario si trova sopra 3 lotti di petrolio”.
L’Australia ha iniziato a rinascere dalle sue stesse ceneri
Gli incendi che negli scorsi mesi hanno devastato l’Australia non sono ancora terminati ma almeno ora sono sotto controllo nella maggior parte del Paese. Già agli inizi di febbraio Rob Rogers, vice sovrintendente del NSW Rural Fire Service, aveva annunciato in un video postato su Twitter che nel Nuovo Galles del Sud le fiamme erano state domate: “Dopo una stagione traumatica ed estenuante a causa degli incendi, possiamo dire per la prima volta che i roghi sono tutti sotto controllo nel Nuovo Galles del Sud. Le piogge torrenziali di questo periodo hanno aiutato a risolvere definitivamente la situazione”. Un fenomeno naturale utile a estinguere le fiamme, anche se non semplice da gestire: non si vedevano piogge così forti a Sydney da più di 30 anni.

Tra le aree più colpite dagli incendi c’era anche Victoria ma, ora che tutto sembra andare per il meglio, gli abitanti hanno un unico desiderio: ricominciare e accogliere nuovamente i visitatori. Phillipa Harrison, managing director di Tourism Australia, sollecita: “Incoraggiamo tanto i nostri connazionali quanto i turisti internazionali a scoprire le meravigliose destinazioni dell’Australia, così da sostenere una pronta ripresa del settore turistico”.
Una volta finita la quarantena e sconfitto il Covid-19, sarà una delle nostre destinazioni.
L'autore

- Avida esploratrice della vita, le caratteristiche che più mi distinguono sono la curiosità e l’ambizione, che mi spingono sempre a dare il meglio e a scovare la verità.
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