Mezzo secolo di e-mail. In barba ai social
Sono passati 51 anni da quando il programmatore statunitense Ray Tomlinson ha lanciato nel web il protocollo per trasmettere attraverso la rete dei messaggi di testo. Uno strumento che resiste ancora oggi
“Qwertyuiop”. È questa la parola che ha avviato la storia di un mezzo che oggi diamo per scontato, nel mondo della messaggistica istantanea. Di sicuro molti non sapranno a cosa ci si riferisce e probabilmente molti penseranno a queste dieci lettere come a una sorta di codice informatico. Niente di tutto ciò. Si tratta invece delle prime lettere, in alto a sinistra, della tastiera che rappresentano il contenuto, appunto, della prima e-mail inviata nel lontano 1971.
È passato mezzo secolo da quando Ray Tomlinson, un programmatore statunitense, concepì il protocollo “smtp” che permette di trasmettere attraverso la rete dei messaggi di testo: un sistema di comunicazione telematico, senza necessità di carta e penna, ma di una semplice tastiera e un Personal Computer (PC).
L’e-mail è figlia di un periodo storico importante per la storia dell’elettronica e della tecnologia: gli anni 70′, anni di innovazione che hanno visto la fondazione della Apple Computer di Steve Jobs, la creazione del Walkman da parte della Sony e (per i nostalgici) l’apparizione nelle sale giochi di uno dei cabinati più importanti della storia: Space Invaders (che fu inoltre il precursore dei videogiochi a difficoltà crescente).
Cinquant’anni di “lettere” che hanno navigato nel web, trasportando ogni genere di elemento: da semplici testi di saluti, a file di (prima) piccolo peso, come audio, video e foto, per poi divenire l’elemento pilastro dei computer odierni: giusto per citare, nel programma Chrome di Google è pre-impostata la funzione G-mail. Questo per dimostrare come le email, per quanto oggi spesso cadute in disuso nella quotidianità, a vantaggio dei social e dell’istant messaging, sono ancora e probabilmente saranno ancora uno dei mezzi di comunicazione informatica più importanti.
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